“Per far ripartire un settore che ha perso 600mila addetti e oltre 120mila imprese negli ultimi dieci anni bisogna semplificare le procedure, rivedere il Codice degli appalti e proseguire le grandi opere già avviate”. Questo, in breve, il contenuto del messaggio che il presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) Gabriele Buia ha portato a Danilo Toninelli, a capo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) dallo scorso giugno.
“Servono scelte importanti per sbloccare i cantieri – ha sottolineato Buia – e riuscire a realizzare gli interventi per la manutenzione e la messa in sicurezza dei territori, delle scuole e delle città. Resta fondamentale far partire un reale percorso di rigenerazione urbana, anche attraverso la promozione di interventi di demolizione e ricostruzione”. Tema già sottolineato dal presidente dell’Ance nel suo intervento all’VIII Congresso Nazionale degli Architetti (Roma, luglio 2018).
Diversi i temi affrontati. Fra questi quelli relativi agli incentivi per le ristrutturazioni, l’ecobonus per l’efficientamento del patrimonio edilizio e il sismabonus. “Quest’ultimo in particolare – sottolinea il MIT in un comunicato – necessita di un intervento che permetta di sviluppare appieno le sue potenzialità”. Se sulla questione relativa alle grandi opere Toninelli ha ribadito la volontà di ottimizzare le spese, “valutando caso per caso l’utilità degli interventi”, l’esigenza di digitalizzazione del settore ha visto le parti concordare in pieno. Via libera quindi al BIM.
Come sottolineato più volte dall’Ance infatti, vedi il manifesto “Edificio 4.0: costruire digitale per un’Italia più sociale, più sicura, più sostenibile” presentato a Roma da Federcostruzioni lo scorso 4 luglio, il comparto ha bisogno di non perdere il treno dell’innovazione. Se da un lato questo dipende da un cambio di cultura da parte di tutti gli attori della filiera, lo Stato può fare molto per fornire gli strumenti giusti alle imprese.
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