Era il 2 febbraio e mentre la diffusione del Covid-19 aveva costretto pochi giorni prima le autorità cinesi ad isolare Wuhan, megalopoli da 11 milioni di abitanti, la Repubblica Popolare compariva su tutte le principali testate mondiali per un altro motivo. Quale? La sua capacità di mobilitare una quantità di risorse all’apparenza infinite e concentrarle in una singola operazione: costruire un ospedale da migliaia di posti letto in dieci giorni. Oggi, dopo oltre un mese e mezzo di lock down, in Italia la situazione sembra lentamente avviarsi verso un ritorno a livelli accettabili di contagio, in particolare per consentire alle infrastrutture sanitarie di far fronte all’arrivo di malati di Covid-19 e di tutte le altre patologie che continuano a colpire la popolazione. Ma assieme all’avvicinarsi della cosiddetta “fase 2”, si moltiplicano gli annunci riguardo ad un ritorno del virus a partire dal prossimo autunno.
Ed è qui che entrano in gioco i progettisti che, in tutto il mondo, sono alla ricerca di soluzioni in grado di supportare il sistema sanitario nazionale con strutture flessibili e dalla costruzione rapida. Fra queste c’è la proposta di un team composto da Manni Group, realtà veronese, Stylcasa Architettura d’interni e Idrotermica Coop, entrambe di Forlì. Da questa joint venture è nato un progetto dettagliato per la realizzazione di moduli ospedalieri polifunzionali.
Ergonomia, sicurezza e funzionalità. Queste le parole chiave da cui nasce la proposta tutta italiana che cerca di coniugare i tempi stretti di pianificazione e costruzione di un’unità che ha come focus la terapia intensiva, reparto che più di tutti ha sofferto il peso dell’emergenza sanitaria. Nonostante ciò, le sue peculiarità ne consentono l’utilizzo in scenari di crisi differenti. Tradotta in numeri, la struttura è stata studiata per essere consegnata preassemblata al 90% e senza la necessità di fondazioni. Anche per questo la durata dell’intero processo che va dalla fabbricazione al suo pieno funzionamento è stata stimata in 69 giorni. Una volta realizzato il volume potrà accogliere fino a 20 pazienti di cui due in isolamento. La superficie operativa di 770 mq, con 125 mq riservati ai locali tecnici, garantirà uno spazio di 43 mq per singolo posto letto.
Il progetto è stato concepito per recepire buone pratiche e normative del settore sanitario, racchiuse in una cornice che mira ad ottimizzare gli spazi salvaguardando pazienti e operatori. Sotto il profilo distributivo, lo spazio è concepito sulla base di un unico modulo strutturale facilmente trasportabile. Inoltre nelle componenti industrializzate sono comprese anche le distribuzioni impiantistiche primarie e secondarie. La singola unità funzionale è completa in ogni componente, con dotazioni standard per ogni posto letto implementabili con attrezzature specifiche come travi testaletto e pensili dotati di dispositivi di rianimazione.
I materiali utilizzati, il principale dei quali è l’acciaio, sono stati fondamentali per consentire la progettazione del processo di industrializzazione, garantendo al tempo stesso durabilità ed efficienza anche nel lungo periodo. Sotto il profilo della tecnologia costruttiva si prevede una struttura portante in acciaio, adatta all’impiego di sistemi di rivestimento a secco: pannelli sandwich isolanti all’esterno, pareti con finitura a lastre a all’interno.
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