Qual è il tuo metodo di lavoro quando devi progettare una scuola? Facendo riferimento ad un edificio che hai progettato e realizzato, qual è il concept e quale la scelta vincente ora che la scuola è in uso?
Non è possibile generalizzare, le variabili sono molte: la committenza, il sito, il budget. Tuttavia abbiamo sempre progettato scuole con la convinzione che la qualità dello spazio interno ed esterno sia determinante per favorire la didattica e la socializzazione di bambini e insegnanti. L’organizzazione spaziale è basata su elementi semplici aggregati in modo complesso e privilegia la composizione di luoghi per piccoli gruppi e con una gerarchia crescente comprende i grandi spazi collettivi, ricreando in qualche modo un microcosmo urbano.
La variazione della qualità della luce, materiali semplici e duraturi, partizioni flessibili e trasparenti sono altre costanti, così come la cura dello spazio esterno considerato complementare a quello della scuola per le attività dei bambini.
La scuola come sistema complesso. Che ruolo hanno i consulenti nella progettazione delle scuole e quali sono le figure fondamentali?
L’ambito della pedagogia in primo luogo. Le scuole stanno cambiando e non ci sono nuovi modelli consolidati. L’architettura sta seguendo le innovazioni della didattica, ma al tempo stesso non sempre gli insegnanti sono pronti al cambiamento. Si tratta quindi di costruire dei progetti condivisi che spesso si collocano in una fase di transizione.
Un edificio efficiente ed economico richiede una progettazione integrata dove il contributo dei consulenti impiantistici e strutturale è essenziale. Anche questo processo comporta una ridefinizione dei ruoli e della fase decisionale.
Se dovessi dare un suggerimento per la rigenerazione delle scuole in Italia, ex novo e da riqualificare, quale approccio indicheresti? Soluzioni efficaci e low budget?
Esistono diverse tematiche nella ristrutturazione che dipendono dalle caratteristiche costruttive dei singoli edifici. Quelli del primo Novecento, dove le strutture fisiche rendono più difficile la l’organizzazione di spazi flessibili e aperti, richiedono un contributo progettuale significativo per ottenere soluzioni non banali. Più semplice è operare su edifici con struttura a traliccio come quelli realizzati negli ultimi decenni del secolo scorso, che però risultano in assoluto i meno efficienti dal punto di vista energetico. La realizzazione di diaframmi con migliori prestazioni e il rifacimento delle finiture generalmente logore pone il problema se sia più conveniente una riqualificazione o il rifacimento ex-novo.
Generalmente il maggior impegno di risorse economiche richiesto per costruire un edificio più efficiente va a scapito della qualità delle finiture. Le tecniche di prefabbricazione, sia che si usi il legno o l’acciaio con partizioni a secco, risultano efficaci per la riduzione dei tempi di cantiere e quindi del costo complessivo.
Parlando in termini generali penso che le nuove scuole dovrebbero essere estremamente semplici da un punto di vista costruttivo, realizzate con materiali che richiedano minime finiture superficiali (rivestimenti e controsoffitti), autosufficienti energeticamente e con ridotti costi di manutenzione.
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