Riuso e riciclo sono parole d’ordine per chi guarda al futuro pensando alle nuove generazioni e all’impatto sull’ambiente e alle sue risorse. Ci sono grandi aziende del mondo della calzatura sportiva che usano la plastica delle reti dei pescatori per produrre scarpe sempre più leggere, chi dagli scarti dei fagioli ha ideato soluzioni per il packaging e chi recuperando residui degli agrumi ha sviluppato filati e tessuti innovativi. Iniziative di comunicazione per combattere l’inquinamento degli oceani e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici; imprenditoria innovativa che inventa una seconda vita per gli scarti; soluzioni creative che coniugano natura e tecnologia.
Refuse, reduce, re-use, repair, refurbish, remanufacture, re-purpose, renew, recycle, recover: dieci parole con la Erre che rimandano a centinaia di iniziative mirate alla prevenzione di consumo di materie prime, al riuso di prodotti o di oggetti usati, fino al recupero energetico del rifiuto residuo. Nel settore delle costruzioni c’è già chi recupera i materassi per ideare isolanti termoacustici, chi privilegia materiali naturali come la canapa o chi sta sperimentando pannelli per i rivestimenti riciclando anche gli scarti dei frigoriferi. Capita anche che alcuni prodotti inizino una seconda vita, come è successo in Palestina dove è stata costruita una scuola recuperando le gomme dei camion.
I materiali di scarto possono anche trasformarsi in opera d’arte come ha fatto Maria Cristina Finucci con il progetto Garbage Patch o rientrare nel ciclo produttivo grazie al lavoro di imprenditori lungimiranti come il designer Javier Goyeneche che con il suo brand Ecoalf realizza abiti, scarpe e accessori con materiali riciclati.
Dalla Toscana, dove il paesaggio naturale è un must per turisti di tutto il mondo, arriva un progetto-pilota che punta a fare di una discarica di rifiuti, la più grande della regione, la fabbrica del futuro: una miniera da cui prendere gli scarti depositati quotidianamente per trentanni.
Da luogo ostile e poco accettato dalla cittadinanza, l’impianto di trattamento e smaltimento dei rifiuti di Scapigliato a Rosignano marittimo diventerà un hub per le start up che investono nell’economia circolare, un progetto di architettura contemporanea firmato da Mario Cucinella Architects, che riusa l’esistente e con creatività riabilita le potenzialità del territorio.
Il progetto-pilota è un’eccellenza internazionale ma si inserisce in un contesto di ricerca e di sperimentazione che riguarda tutti i settori. In questi giorni anche grazie alla conferenza mondiale Cop22 organizzata a Marrakech arriva dall’Africa un monito a prestare attenzione ai cambiamenti climatici e a vedere quali sono i Paesi che si stanno realmente prendendo l’impegno di affrontare la questione della sostenibilità energetica dell’ambiente costruito.
Città e aree metropolitane giocano un ruolo cruciale nella promozione dell’economia circolare e ci sono già esempi puntuali che danno un contributo mirato. In Olanda e in Francia sono una realtà le start up che facilitano lo scambio e il noleggio di utensili e oggetti tra gli iscritti al sito o che aggregano artigiani e professionisti per lavori di manutenzione di quartiere. Prodotti e servizi a km zero. Sempre in Olanda ad Amsterdam ha fatto fortuna il ristorante sperimentale In stock, ideato contro lo spreco alimentare, con un menu realizzato con prodotti che non possono essere più venduti nei supermercati.
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