Non è ufficiale, ma Stefano Boeri è certamente in pole position per diventare il nuovo Presidente della Triennale di Milano. Si è tenuto un recente incontro con il presidente della Regione Roberto Maroni (che uscendo dalla Regione entrerà nel Cda della Triennale), Boeri ha ottenuto i consensi del Comune di Milano e della Camera di commercio, si attende ora la nomina definitiva da parte del ministero dei Beni Culturali, e una lettera da parte della Triennale.
Intanto prima di Natale è stato annunciato che sarà l’architetto Paola Antonelli, responsabile per l’architettura e il design al Museum of Modern Art di New York, a curare la XXII Esposizione internazionale della Triennale di Milano.
Tra le novità del mondo dell’architettura trapelate ufficiosamente nelle ultime ore, da fonti del Paraguay, anche l’annuncio che il Vaticano da quest’anno sarà in Biennale a Venezia e che il curatore sarà Francesco Dal Co. La notizia è arrivata dai giornali paraguaiani ABC e Última Hora, è stata diffusa ad un più vasto pubblico da Archdaily e The Architect’s Newspaper e ripresa da alcuni portali italiani. Dal Co avrebbe selezionato una decina di architetti internazionali a cui far progettare altrettante cappelle, tra loro ci sarebbero anche Norman Foster e Eduardo Souto de Moura. Saranno cappelle temporanee, sempre secondo indiscrezioni, che una volta conclusa la Mostra potranno essere spostate in luoghi che necessitano di spazi per la preghiera e la devozione.
Più in generale, per Venezia si attendono a breve nuovi aggiornamenti sul lavoro di Yvonne Farrell e Shelley McNamara, socie dello studio Grafton Architects alla guida della 16.Mostra Internazionale di Architettura di Venezia. Intanto Mario Cucinella, curatore del Padiglione Italiano alla Biennale, ha iniziato la scorsa settimana il suo viaggio lungo l’Arcipelago Italia con alcuni eventi di comunicazione e partecipazione pubblica, accendendo un faro su un futuro possibile per il Belice (a 50 anni dal terremoto), con attenzione al teatro dismesso di Consagra a Gibellina.
È arrivato in questi giorni in edicola il primo numero di Domus firmato da Michele De Lucchi, direttore del mensile per il 2018. Ad un mese esatto dall’annuncio della nuova formula editoriale di Domus che vedrà 10 architetti internazionali guidare 10 numeri del giornale per i prossimi 10 anni, è stato svelato il primo numero del nuovo corso. “Ribellione. Audacia. Coraggio. Temerarietà. Sono le parole di chi non si accontenta e cerca, di chi non applica pedissequamente, ma sperimenta, di chi trova gratificazione solo da risultati superiori alle aspettative. Non c’è buon progetto senza un atto di ribellione e non c’è ribellione senza la spinta di una buona idea”. Con queste parole la Domus di De Lucchi apre un nuovo, inedito e anticonvenzionale, capitolo dello storico giornale.
Quest’anno farà parlare di sè la città di Palermo, “città capitale della Cultura italiana nel 2018” dove è in programma l’iniziativa Manifesta 12 (15 giugno – 4 novembre) mirata a mettere in evidenza una realtà socio-culturale complessa, sia per la stratificazione storica articolata che per la posizione geografica strategica al centro del Mediterraneo.
A dirigere il progetto è Hedwig Fijen fondatrice di questa Biennale itinerante, mentre il suo mediatore creativo, coinvolto con altri tre curatori, è Ippolito Pestellini Laparelli, partner dello studio Oma. Dal 2013 sono iniziati i contatti tra il team olandese e la città di Palermo, via via concretizzati nel lancio di un’iniziativa che punta a creare un incubatore, una piattaforma per promuovere un cambiamento socio-culturale.
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