Finisce un’era e se ne apre un’altra. Da questo presupposto parte l’evento online organizzato dal MAXXI, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo, per celebrare la sua prima decade di attività durante la quale oltre 3,5 milioni di persone hanno varcato la soglia del complesso disegnato da Zaha Hadid. Un programma intenso che ha preso il via alle 11 di questa mattina e che terminerà alle 21. Scopo principale della kermesse non tanto quello di festeggiare il traguardo raggiunto, quanto «rivolgere lo sguardo ad un futuro incerto e su cui pesa la crisi scatenata dal covid-19 che, al pari di altre realtà museali, ci ha colpito duramente». A sottolinearlo Giovanna Melandri, presidente della Fondazione MAXXI dal 1° novembre 2012 e fra le artefici della costituzione del museo quando ricopriva la carica di Ministro dei beni culturali.
Un’iniziativa digitale, modalità con la quale il pubblico ha ormai preso confidenza, ricca di interviste e interventi da parte di curatori, artisti, architetti e soggetti istituzionali. Fra gli altri il Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, e il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini. Invitati a portare il proprio contributo anche numerosi direttori di altre istituzioni culturali sparse per il mondo, dall’Europa all’America, fino ad arrivare alla Cina. Previsti, infine, momenti di confronto sul mondo dell’architettura e sul ruolo primario che questa dovrà ricoprire nel ridisegnare gli spazi e il tessuto urbano delle nostre città.
L’evento. «Nella fase post covid-19 dobbiamo cercare nuove vie per costruire un mondo nuovo, ma prima di tutto è necessario immaginarle» ha spiegato la Melandri nel suo intervento di apertura. «Il MAXXI è un museo aperto alla comunità, così come lo aveva pensato Zaha Hadid. Un’istituzione che sta acquisendo sempre più rilevanza nel panorama internazionale grazie a importanti collezioni in grado di raccontare le evoluzioni e le avanguardie dell’arte e dell’architettura, della fotografia e delle arti figurative». Un approccio multidisciplinare che si traduce in un palinsesto che vede il continuo avvicendarsi di giornalisti, scienziati, critici, designer e progettisti di chiara fama. A rendere più dinamica la comunicazione l’alternanza fra dialoghi live e contributi video registrati per l’occasione. L’evento è poi diviso in due sezioni: la prima riflette su come la pandemia abbia influito su funzione, percezione e offerta dei musei, con focus sul ruolo della digitalizzazione. La seconda, invece, servirà a lanciare una sfida creativa per trasformare i musei nei principali laboratori dove sperimentare quella che gli organizzatori chiamano «una nuova ecologia della creazione», in grado di coinvolgere comunità sempre più ampie.
L’architettura. E proprio in questa ultima parte ospiterà un focus sull’abitare e su come il Covid-19 abbia influito il nostro rapporto con la casa. Il tema sarà al centro del nuovo allestimento della mostra “At Home 20.20” che proprio oggi apre i battenti al pubblico. Diverse le voci del mondo della progettazione che si avvicenderanno durante il corso della giornata. Da Cino Zucchi, coinvolto nel dibattito dal titolo “How global can we still be?” (14.05), a Stefano Boeri, che in qualità di presidente della Triennale interviene alle 16.00 interverrà sul "Dopo pandemia" come acceleratore della multidisciplinarietà. Spazio anche a Renzo Piano, con cui Giovanna Melandri e Margherita Guccione dialogheranno a partire dalle 17.10. Subito dopo, a partire dalle 17.35, sarà il noto architetto anglo-ghanese David Adjaye a fornire il proprio contributo nel talk “Destino comune”. In serata (19.25), subito dopo un breve intervento di Patrik Schumacher, direttore di Zaha Hadid Architects dal 2016, sarà la volta di Carlo Ratti e Lucy Styles affrontare uno dei temi centrali fatti emergere dalla crisi sanitaria: “How will we design together?”.
L’evento è visibile in diretta live sul sito del MAXXI.
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