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La corte del Bosco Incantato diventerà spazio pubblico. Nel cuore del giardino protagonista un maxi-vaso con il Ginko-Biloba di Sissi

Rigenerazione urbana con i privati a Bolzano. Tour nel cantiere del Palais Campofranco

di Paola Pierotti | pubblicato: 17/11/2018
Sulle cesate di cantiere, gli artisti daranno un contributo per la comunicazione del progetto, finchè il palazzo non sarà di nuovo riaperto. Al via la campagna #EyeonPalais anche sui social
Rigenerazione urbana con i privati a Bolzano. Tour nel cantiere del Palais Campofranco
Sulle cesate di cantiere, gli artisti daranno un contributo per la comunicazione del progetto, finchè il palazzo non sarà di nuovo riaperto. Al via la campagna #EyeonPalais anche sui social

Eye On Palais. A pochi giorni dall’apertura dei mercatini di Natale, Bolzano accende un faro sul Palais Campofranco: un cantiere d’eccellenza nel salotto della città, un’operazione di riconversione di uno spazio da tutti conosciuto per aver ospitato per anni, proprio nel tempo natalizio, il cosiddetto Bosco Incantato, con decorazioni, luci e colori che tutti ricordano per l’atmosfera unica.

Palais Campofranco dalla primavera del 2020 riaprirà le sue porte, ospiterà negozi di primo ordine, un paio di ristoranti e sarà uno spazio permeabile e accessibile per cittadini e turisti.

Il concept architettonico, firmato dai romani MdAA Architetti Associati, vincitori di un concorso privato indetto dalla committenza nel 2016, mette in relazione il rapporto tra edifici storici da ristrutturare e nuove cubature da costruire. “L’idea di progetto – racconta l’architetto Massimo D’Alessandro - è quella di trasformare la corte interna privata in uno spazio pubblico urbano: su tre dei quattro lati del fabbricato si aprono le nuove hall di ingresso che conducono alla corte giardino e la connettono con il cuore storico della città, piazza Walther”.

Protagonista, al centro del cortile, un gigantesco Ginkgo-Biloba, dono della Principessa Sissi a suo zio e, all’epoca padrone di casa, l’Arciduca Heinrich. L’albero è sopravvissuto a due guerre mondiali e, come previsto in fase di concorso, sarà conservato all’interno di un vaso che è in fase di approvazione dal Guinness dei primati come il più grande mai realizzato prima.

L’edificio in costruzione nel salotto di Bolzano si inserisce nel solco di tanti progetti di architettura d’autore realizzati in questi anni, in tutto il mondo (a scale differenti), che sono sperimentazioni innovative in termini di rigenerazione urbana, recuperando con creatività l’esistente, valorizzando l’identità dei luoghi, integrando materiali della tradizione con elementi contemporanei, e ancora mettendo a punto un mix funzionale capace di dare risposte nuove ai cittadini di oggi. Pubblico e privato uniscono le forze per dare nuova vita a spazi abbandonati negli anni, in cerca di un nuovo destino.

Nel cuore della città di Mestre sarà inaugurato all’inizio di dicembre il tanto atteso M9, un polo museale dedicato al Novecento ma anche uno spazio pubblico che ritorna alla città, voluto dalla Fondazione di Venezia e progettato dai tedeschi Sauerbruch e Hutton. Non solo spazio culturale, M9 sarà farà scuola anche come concept innovativo sul tema del retail con negozi e ristoranti all’interno del magico spazio dell’ex convento tardo cinquecentesco. È un recupero in chiave contemporanea anche l’Alhóndiga disegnata da Philippe Starck a Bilbao: ex magazzino di stoccaggio per vini e liquori nel centro storico della città riconvertito in un punto di aggregazione, un centro polifunzionale in cui è possibile passare del tempo in un ambiente dalla forte creatività contemporanea, e particolarmente accogliente con una biblioteca con area lettura, una palestra, una piscina, alcuni negozi, caffe e ristoranti. A Hong Kong, gli svizzeri Herzog e De Meuron, dopo 12 anni di lavori, hanno inaugurato da poco il progetto del centro culturale Tai Kwun: la riconversione del carcere della città in spazio per l’arte, con negozi, ristoranti e spazi pubblici aperti alla città.

Anche Bolzano avrà il suo laboratorio d'eccellenza. Il proprietario del Palais Campofranco è Georg Graf Kuenburg con il supporto del project manager Franz-Ferdinand Graf Huyn. I lavori in corso sono affidati all’impresa Bernard Bau che per la realizzazione delle parti più complesse si è avvalsa della collaborazione dell’azienda internazionale (ma con base a Bolzano) Stahlbau Pichler, sotto il coordinamento dall’architetto Michele Stramandinoli. A supporto dello studio MdAA Architetti Associati è al lavoro una squadra di comunicatori, i giovani dello studio Madre (ex B Studio) per sviluppare a più mani contenuto e contenitore, per costruire una narrativa puntuale, valorizzando tutti gli elementi del progetto di design.

“Non sarà uno shopping center – ha precisato Franz-Ferdinand Graf Huyn in occasione della conferenza stampa – ma un luogo d’incontro e comunicazione, un giardino per Piazza Walther”. “Realizzeremo un ampliamento che renda l'attuale terrazza l’uscita naturale del ristorante con una vista esclusiva sulla città. L’idea – ha aggiunto l’architetto D’Alessandro – è quella di un manto che si increspa e crea un tappeto unitario”. La campagna #Eyeonpalays sarà online e offline: sulle cesate di cantiere saranno coinvolti anche degli artisti per dare un contributo inedito alla comunicazione del progetto, finchè il palazzo non sarà di nuovo riaperto. Dialogo aperto anche con l’Università di Bolzano per cercare di promuovere una collaborazione con gli studenti della Facoltà di Design.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tag: città
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