Doppia presentazione, a Palazzo Chigi e nella sede dell’Anci, per dare il via libera ai progetti delle città che si sono aggiudicate la prima trance del Bando Periferie. Le città metropolitane di Bari, Firenze, Milano, Bologna e i comuni di Avellino, Lecce, Vicenza, Bergamo, Modena, Torino, Grosseto, Mantova, Brescia, Andria, Latina, Genova, Oristano, Napoli, Ascoli Piceno, Salerno, Messina, Prato e Roma hanno sottoscritto le convenzioni con il governo per accedere al primo stanziamento statale per la riqualificazione e la sicurezza delle periferie italiane.
“Sono 24 le prime città che con 500 milioni si impegnano a concretizzare dei progetti di ricucitura urbana. Si tratta di interventi che non prevedono consumo di suolo e che mirano alla sostenibilità ambientale e al decoro – ha dichiarato il presidente del consiglio Paolo Gentiloni – interessando vari settori che includono il verde pubblico, lo sport, la scuola, la cultura e la mobilità”. Un primo step di un piano che conta 120 interventi, “altri 95 quindi – ha precisato il premier – oltre a quelli sottoscritti con i sindaci in queste ore. Il governo si impegna con un’importante disponibilità economica a portare avanti questo percorso, al Cipe sono stati varati altri 800 milioni di 1,6 miliardi previsti per completare l’operazione, gli altri 800 rientrano nel Fondo Infrastrutture”. Gentiloni ha sottolineato che l’iniziativa si distingue come “buon esempio di collaborazione istituzionale”, ma anche come “partnership pubblico-privata perché in alcuni casi i privati partecipano fino al 40% dell’investimento, supportando e concretizzando le linee strategiche previste dagli enti locali”.
Città e progetti. Latina ha intercettato il finanziamento con un progetto volto a potenziare il litorale urbanizzato, Ascoli Piceno punta a investire sul Quartiere Monticelli, Bergamo cercherà di ricucire i quartieri periferici della città caratterizzati da marginalità economica e sociale e da carenza di servizi. Tra i progetti più ambiziosi quello di Napoli con “Restart Scampia” per il quale è prevista la demolizione di tre vele e della riqualificazione di una quarta con la sistemazione degli spazi aperti pertinenziali. Modena ha scelto di lavorare sull’area della fascia ferroviaria, Mantova invece ha optato per la realizzazione di un hub che porti attività ad alto contenuto scientifico per attrarre ricercatori e imprese nel campo dell’agroalimentare e dell’innovazione sociale.
“Oggi le città sono la locomotiva del Paese. L’economia del mondo è trainata in modo significativo dalle città che riescono ad attrarre imprese, investimenti, cultura, università e turismo. Le città italiane sono tra le più belle del mondo – ha concluso Gentiloni – se investiamo nella loro qualità, giocheremo una carta importante per la competitività del nostro Paese”.
Tra i principali ambiti di intervento, secondo un’analisi dell’Anci ci sono il verde urbano (79 interventi), le scuole (55), i percorsi ciclo-pedonali (53), la rigenerazione di aree dismesse (60), gli interventi sulla viabilità (63) e l’housing (45). Quello legato alle città e alle periferie è un progetto per l’Italia, “un’occasione anche per valorizzare tanti giovani talenti che abitano nelle periferie – ha commentato Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci – si potrà dare loro una possibilità con incentivi per aprire attività di carattere commerciale e artigianale, saranno animati gli spazi pubblici, si concretizzerà un progetto di rammendo, come l’aveva definito Renzo Piano”. Decaro ha chiesto al governo di “rendere stabile il fondo, di confermare nel tempo questo importante contributo che può spronare e supportare gli 8mila comuni italiani”.
Tra le novità che accompagnano l'iniziativa del governo anche la dichiarazione di impegno da parte dell'Anci con un ruolo attivo sui temi dell’agenda urbana promuovendo un dialogo costruttivo con tutti gli attori sull’integrazione tra piani, programmi e interventi. L'Anci si impegna a sviluppare e promuovere una nuova cultura della progettazione e a collaborare nell’attrazione e gestione dei finanziamenti, e nella capacità di attuazione dei processi. Tra le slide di presentazione del progetto, messa a punto in sede Anci, spunta una rivendicazione nei confronti del governo volta all'istituzione di un'agenzia per la rigenerazione urbana: un programma sussidiario e co-gestito, permanentemente aperto, a cui i Comuni si possano rivolgere con i loro piani, prima che i progetti siano cantierabili. Un luogo istituzionale, ma anche fisico, al quale presentarsi senza scadenze estemporanee, ma quando la programmazione è matura, quando i requisiti di qualità e produttività degli investimenti siano soddisfatti. Obiettivo? Non solo ottenere finanziamenti, ma anche un accompagnamento.
Anche con questi precisi indirizzi da qualche mese l’Anci ha promosso insieme a Ifel una piattaforma di discussione, una sorta di forum, agendaurbana.it per analizzare lo stato dell’arte, monitorare i processi attuativi, far emergere le buone pratiche, modellizzarle e replicarle "per incentivare un salto dalla pratica dei bandi, ad una politica nazionale per le città".
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