Sono in tutto otto gli appuntamenti con l’architettura promossi dall’Ambasciata e dal Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi in Italia in collaborazione con The Architecture Player. Planet Netherlands è un viaggio nell’architettura del paese olandese degli ultimi vent’anni, in un’esposizione che si svolgerà interamente online. Il programma composto da video e short-film potrà essere seguito su tutte le pagine social dell’Ambasciata e del Consolato Generale (#Olandiamo), dal 22 giugno al 15 agosto 2020.
Ogni film racconta storie e idee di architettura andando a coprire gli ultimi 20 anni. Gli architetti selezionati provengono dai Paesi Bassi e portano avanti una ricerca – sulle nuove soluzioni dell’abitare, sulle città e sul pianeta – che si snoda attraverso opere di residenza privata, progetti per spazi pubblici fino ad edifici rappresentativi per le pubbliche amministrazioni.
Questi lavori vogliono essere condivisione e sensibilizzazione su alcuni temi focus che descrivono la ricerca architettonica olandese, quali l’ambiente, l’adattamento e il riuso, estendendo le riflessioni anche al di fuori della dimensione strettamente professionale.
Il fondatore di The Architecture Player Marco Brizzi dialogherà con gli architetti coinvolti: Lisbet van der Pol, Nathalie de Vries, Maurice Nio, Kees Kaan, Ellen van Loon, Marijn Schenk, Marcel Ijzerman, Davide Rapp, Martijn Hogenkamp, esplorando i percorsi professionali intrapresi, per concedere allo spettatore una chiave di lettura per nuovi spunti di conoscenza e per approfondire la ricerca di alcuni tra i più interessanti architetti attivi nel Paese.
La costante in ogni opera è la propensione alla sperimentazione – come nel caso della Moebius House realizzata da UNStudio nel 1998 di cui racconta il film “50 Shades of White”, dove il regista è l’architetto Maurice Nio – incoraggiata da un approccio alla progettualità aperto alla ricerca e da normative meno stringenti, ad esempio, di quelle italiane.
Ciò che si evince in ogni architettura presente in Planet Netherlands è una profonda consapevolezza del ruolo civico che ricoprono i progetti per gli edifici pubblici, che devono esser capaci di offrire un senso di accessibilità, interazione e di appartenenza a chi ne fruisce. Tema centrale anche di uno dei corti, presentato dal creativo Martijn Hogenkamp (PlusOne), che racconta la Community School realizzata nel 2006 da Dok Architecten nell’ambito di un ampio programma di trasformazione durato vent’anni.
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