Dal Mezzogiorno, dal porto di Palermo, una notizia positiva di vittoria sulla burocrazia: in poco più di un anno l’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale presieduta da Pasqualino Monti ha sbloccato 45 cantieri per la costruzione di nuove opere, portando a conclusione lavori bloccati anche da oltre vent’anni, per un valore complessivo di 645 milioni di euro, di cui 387 nel solo porto di Palermo.
Queste le basi per la realizzazione proprio in Sicilia di una delle più importanti sedi operative del mercato delle crociere, sancita dalla firma dell’accordo con due fra i più importanti colossi crocieristici del mondo, Costa Crociere (del Gruppo americano Carnival) e MSC Crociere (del Gruppo ginevrino che fa capo all’armatore Gianluigi Aponte) che gestiranno congiuntamente, in regime di concessione, il nuovo impianto portuale.
Nell’ambito dell’iniziativa “Noi, il Mediterraneo”, promossa dall’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Occidentale (19 dicembre 2019) i più importanti protagonisti dello shipping internazionale si sono confrontati per sostenere un progetto che è del Porto, ma è soprattutto del sistema territoriale. Un’iniziativa che ha ricadute dirette anche sulle relazioni con i paesi limitrofi. «Abbiamo fatto della mobilità la regola del cambiamento della nostra città – ha commentato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando – è questo l’indicatore della funzionalità di un territorio e noi ci stiamo lavorando a vari livelli, dalla gestione degli immigrati, all’accoglienza degli investitori internazionali, alle connessioni. Voglio fare di Palermo una città cablata, un regno telematico. I nostri riferimenti sono Facebook, Google, Alibaba, e al contempo investiamo sulle infrastrutture e le connessioni umane». Per Palermo, città del Mediterraneo, il mare, il Porto e le Crociere sono strategici soprattutto per promuovere il turismo in modo sinergico.
Tre risultati raggiunti. Sotto la guida del presidente Monti, il porto di Palermo e insieme quelli di Trapani, Termini Imerese e Porto Empedocle, è uscito dal letargo, nell’intento di riconquistare il ruolo di traino per l’economia e il turismo siciliano. In secondo luogo, sono stati riaccesi gli interessi dei grandi gruppi del mercato delle crociere. «Conquista riflessa anche dall’ipotesi che sta diventando realtà di fare del polo cantieristico di Fincantieri un centro non solo di riparazione e allungamento delle imbarcazioni, ma anche di costruzione delle grandi navi passeggeri di cui Fincantieri è leader mondiale» come ha annunciato Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale. A partire dal 2023, Fincantieri costruirà quindi una delle navi in portafoglio ordini a Palermo, in conseguenza di un intervento massiccio deliberato dall’Autorità Portuale sul bacino di carenaggio e sull’intenzione di dare vita a un sistema di filiera indispensabile per supportare la costruzione di una grande unità passeggeri.
Complessivamente il progetto in atto nei porti della Sicilia occidentale ha già fatto impennare le entrate del sistema da 25 milioni del 2017 a oltre 153 milioni. Notevole anche l’urto occupazionale riflesso da una crescita record delle giornate lavorate che ha tagliato drasticamente il ricorso alla cassa integrazione.
Tre i compiti delle Autorità portuali: regolare il mercato, costruire infrastrutture e promuovere i traffici. «A Palermo stiamo cercando di tenere insieme questi tre obiettivi, programmando il futuro degli scali. Abbiamo iniziato a ragionare sulle borgate marinare, a sud e a nord – racconta Monti – dove ci sono microeconomie da tutelare, nell’intento di riqualificare la città e i suoi quartieri; vogliamo dare un contributo fattivo per dimostrare che il demanio marittimo è una ricchezza e un’occasione di sviluppo, anche per far rimanere le nuove generazioni. Ancora al porticciolo di Sant’Erasmo (progetto Sebastiano Provenzano, ndr) abbiamo chiuso in 8 mesi di lavori un intervento da 3,2 milioni di euro. In generale – continua il Presidente - ho trovato il porto come un suk, disordinato e con strutture fatiscenti, banchine sequestrate, opere bloccate, percorsi in cui i passeggeri camminavano sotto la pioggia o sotto il sole; con servizi erogati in modo altrettanto disordinato». Monti esplicita i risultati raggiunti attraverso un metodo che ha puntato tutto sulla “regolazione”: al Molo Nord ad esempio sono state spostate tutte le microeconomie attive nel porto, costruendo nuovi capannoni per salvaguardare il lavoro di molti operatori, in cambio delle aree del Molo Trapezoidale che diventerà una Marina Bay con verde, acqua, sport, food e tempo libero. Dal Porto anche un messaggio chiaro di rigenerazione urbana.
Da poco, in soli 6 mesi, sotto la guida di Monti è arrivata anche l’approvazione del Piano Regolatore Portuale - redatto con il coordinamento del professor Maurizio Carta - che prevede tra l’altro la realizzazione di un’area verde per riconnettere il Foro italico, la Cala e il Castello a Mare e un’organizzazione degli spazi per la crocieristica. Banchine, dragaggi, consolidamenti per l’adeguamento alle norme tecniche vigenti, e poi la riqualificazione della vecchia stazione marittima (fine lavori dicembre 2020, progetto da 30 milioni) e un nuovo intervento per dei terminal crocieristici nato da un concorso di progettazione aggiudicato al team guidato dallo studio Valle 3.0.
«Il porto è un’industria vera, non sono solo servizi. Economia reale» ha commentato Monti. A cui ha risposto Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria ricordando l’importanza della questione temporale, con un plauso per l’Autorità portuale di Palermo che sta tenendo insieme il fare con la velocità. “Non basta stanziare le risorse, bisogna spenderle e costruire” aveva dichiarato Pasqualino Monti. “Bisogna considerare il modello Genova – ha commentato Boccia – perché il Paese riparta con una grande operazione infrastrutturale: far partire i cantieri e incrementare l’occupazione. E poi, difendere il ruolo di seconda manifattura d’Europa anche riattivando l’ascensore sociale e facendo sistema. E ancora, dare una diversa immagine del futuro, basta con la rassegnazione e l’assuefazione”.
La richiesta di un ordinamento speciale per i Porti. Il presidente Monti ha puntato con forza il dito contro i danni da burocrazia derivati dall’equiparazione dei porti a componenti della pubblica amministrazione, che ha accentuato il difetto sistemico per cui si punta a contenere il debito piuttosto che a porre in atto le misure che consentano al Pil di svilupparsi. «L’esperienza di Palermo – ha detto Monti – sta dimostrando che “si puó fare” anche se ciò comporta per chi gestisce la cosa pubblica, e in particolare i porti, l’assunzione di rischi personali». Nel ricordare i tempi biblici per l’inizio dei lavori di un’opera marittima sopra soglia, nonché la follia della normativa sui dragaggi, Monti ha rilanciato l’idea di un ordinamento speciale che consenta ai porti di rispondere nei tempi che il mercato richiede alle istanze dei grandi operatori, generando ricchezza per il territorio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Tag: città; spazi pubblici; trasporti