Circolarità e riqualificazione urbana. Due temi strettamente connessi al riuso ed alla sostenibilità, elementi che il Comune di Prato sta portando avanti anche all’interno del tavolo europeo che si occupa proprio di economia circolare. Uno dei focus della kermesse sarà il progetto di architettura e l’innovazione nei cantieri, con particolare attenzione alla digitalizzazione e all’industrializzazione dei processi costruttivi. Questo il retroterra della prima edizione di RECO’, festival che si aprirà il 22 marzo presso il Museo del Tessuto di Prato all’interno delle cui sale si racconta, fra le altre cose, la storia dei processi di rigenerazione degli scarti delle sartorie già presenti nel 1850.
«Sarà un evento che servirà per fare il punto sulle buone pratiche di riuso urbano a livello nazionale e internazionale – ha sottolineato l’assessore all’urbanistica di Prato, Valerio Barberis – e di cui la nostra città virtuosa è un ottimo esempio». A questo scopo sono stati invitati diversi nomi noti del mondo dell’architettura che hanno fatto del tema della rigenerazione urbana il proprio corebusiness. Fra gli altri Guido Incerti presenterà il volume “L’Atlante dei paesaggi riciclati”, mentre Giuseppe Carmagnoli racconterà le best practices che ha poi raccolto nel suo libro “Riusiamo l’Italia”. A portare esperienze concrete saranno invece Riccardo Gini, Direttore del Parco Nord di Milano e addetti alle politiche sostenibili di realtà urbane europee come Lodz e Oslo.
Partendo dal presupposto che ogni nuova costruzione dovrebbe essere sviluppata valutando il suo intero ciclo vitale, dalla prima pietra alla sua demolizione, obiettivo dei promotori è quello di mostrare come un approccio diretto alla massima riduzione dei rifiuti nel processo costruttivo sia vincente sia da un punto di vista culturale che pratico. Due i principali argomenti attorno a cui si svolgeranno i dibattiti e i talk:
1 – Il riuso urbano. Si tratta di una pratica di intervento sempre più diffusa che coinvolge le PA e le organizzazioni di privati cittadini e professionisti. Lo scopo di queste operazioni è quello di recuperare e valorizzare a fini sociali il patrimonio immobiliare inutilizzato in quanto bene comune da rendere disponibile alla collettività;
2 – L’edilizia sostenibile. Al fine di rendere più consapevoli gli esperti del settore e i cittadini interessati, attraverso progetti giunti alla fase realizzativa verranno spiegati i metodi di lavoro di alcuni studi di architettura italiani impegnati nel portare innovazione nel processo, tenendo il progetto al centro del confronto tra discipline e stakeholder. Fra i relatori spiccano i nomi di Simone Gobbo, architetto dello studio Demogo che parlerà della Cross Lam Tower di Jesolo, un edificio completamente in legno di 14 piani, e Armando Casella, partner di D.Vision Architecture che supporta le società impegnate in edilizia e studi attraverso un’attività di excecutive architecture.
Rilevante, anche per gli interlocutori invitati, sarà l’incontro previsto per il 23 marzo con Ricardo Flores ed Eva Prats (dello studio Flores & Prats Architects). I due, attraverso la formula del double talk, presenteranno quella che hanno definito “la disciplina dell’esistente”, in riferimento alla loro forte propensione al riuso. Durante l’evento si passeranno in rassegna i processi progettuali che hanno accompagnato la realizzazione della Sala Beckett a Barcellona, nata da un ex club operaio a Poblenou.
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