Il ruolo dell’architettura nel contesto sociale e urbano. Questo è il tema affrontato dal presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta durante il suo discorso pronunciato il 15 luglio in occasione della conferenza mondiale Urban Age - Shaping Cities 2016 ospitata al teatro dell’Arsenale di Venezia.
Come dare forma alle città? Come gestire i conflitti di quest'epoca sempre più urbana, caratterizzata da disuguaglianze, cambiamenti climatici, crescita dell'espansione urbana, informalità? Questi sono gli interrogativi a cui hanno cercato di rispondere 40 relatori provenienti da 25 città di tutto il mondo, un contributo al dialogo che avverrà a Quito in occasione di Habitat III delle Nazioni Unite. Nel suo intervento il presidente della Mostra Internazionale di Architettura ha sottolineato quanto la mission investigativa di Urban Age sia vicina allo spirito di ricerca che anima la Biennale, una strategia di investigazione attraverso la scelta del curatore, oltre al fatto che “l’architettura è la più politica delle arti e La Biennale opera principalmente nel mondo della arti, mentre Urban Age nel mondo delle scienze sociali, economiche e politiche”.
Secondo il presidente Baratta, l’architettura per essere parte integrante del vivere sociale richiede che i non architetti siano pienamente consapevoli di quanto quest’arte possa contribuire a migliorare lo spazio in cui viviamo come individui e come comunità. “L’architettura, nel suo significato più ampio, è uno strumento attraverso il quale è possibile operare per il benessere collettivo, soddisfacendo al contempo bisogni privati, incrementando il valore aggiunto totale generato da ogni singola azione o investimento, contribuendo così alla ricchezza o benessere collettivi”.
Baratta suggerisce di scrivere insieme un capitolo dedicato a "La ricchezza delle Città”, dove le scelte individuali e la libera concorrenza non sono sufficienti, se non accompagnate da azioni di governo efficaci e lungimiranti. "È dunque necessaria - ha dichiarato il presidente - una 'mano visibile' capace di attuare interventi diretti e l’istituzione di efficaci sistemi di incentivi e disincentivi verso le scelte individuali”.
Contrariamente a quanto presuppone la teoria del mercato, Baratta ritiene che qualsiasi azione di oggi può essere facilmente regolata nello sviluppo futuro delle città e che le condizioni esistenti dipendono strettamente da ciò che viene fatto oggi con importanti conseguenze positive sul lungo periodo, ma anche con effetti cumulativi negativi. “I rapporti tra costi e benefici, così come sono distribuiti tra gli individui nello spazio e nel tempo, costituiscono in generale una geografia molto complessa - ha affermato il presidente - di conseguenza c’è molto bisogno di istituzioni e azioni politiche che portino consenso”.
“Potrebbe essere possibile trovare soluzioni che possano migliorare le condizioni di alcuni senza ridurre i benefici di altri ma, in generale, ogni azione possibile porta con sé una catena di interessi contrastanti”, ha concluso Baratta.
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