Pubblicato il decreto Cura Italia, e preso atto che per i lavoratori autonomi iscritti agli ordini professionali non ci sono misure di sostegno, è stata Inarcassa – tra l’altro nei giorni delle elezioni per il rinnovo dei vertici – a farsi sentire a poche ore dalla pubblicazione, stanziando una somma di 100 milioni di euro. Un impegno economico significativo a sostegno degli iscritti, ma ancora manca una presa d’atto corale dal mondo delle professioni tecniche per reagire compatti, in un momento del tutto eccezionale per il Paese.
Inarcassa. Dopo le prime misure – ampiamente criticate dai professionisti sui social – Inarcassa ha determinato di apportare al Bilancio di previsione 2020 una variazione di 100 milioni di euro. “Nella prossima riunione del Consiglio – ha dichiarato il presidente Giuseppe Santoro – che si svolgerà in videoconferenza il 25 marzo, sigleremo unitamente un provvedimento di estrema importanza poiché, le misure varate dal Governo non sanano affatto le disparità di trattamento tra dipendenti e liberi professionisti, lasciati interamente a carico delle Casse di Previdenza privatizzate. Una discriminazione tra cittadini di serie a e serie b che ci sconcerta e non fa onore a questo Paese”.
Le lettere del CNI, del CNAPPC e della Rete delle Professioni tecniche a Conte. Il 13 marzo, a distanza di poche ore, prima il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, e poi il Consiglio Nazionale degli Architetti hanno scritto una lettera al Premier Conte per chiedere l’aiuto del Governo. “Non ci possiamo permettere di attendere l’uscita dalla crisi per capire come predisporre mezzi e strumenti di supporto. Sappiamo invece di poter contare sulla Sua attenzione e sensibilità – scriveva Giuseppe Cappochin, presidente CNAPPC - per trovare le strade, fin d’ora, per supportare i nostri iscritti, i professionisti e le migliaia di famiglie che essi rappresentano applicando misure eccezionali concepite per tempi eccezionali”. Tra i punti chiave sui quali si chiedeva l’intervento anche “l’approvazione urgente delle “Linee guida per l’Architettura”, ma anche “la promozione, con investimenti strutturali, degli interventi di rigenerazione urbana sostenibile, mediante concorsi di progettazione in due gradi”. Temi senz’altro centrali per la professione, ma evidentemente non prioritari per il Premier Conte nel momento dell’emergenza Covid-19. Sempre il 13 marzo, in serata, è uscito un terzo comunicato dalla Rete delle Professioni tecniche.
Comunicazioni tardive e frammentate, considerando il mancato effetto nel decreto Cura Italia, a cui si aggiunge un'altra lettera della Rete del 17 marzo. “Sul futuro dei 2,3 milioni di professionisti ordinistici italiani, il decreto nulla dice. Gli iscritti ai 27 ordini professionali sono un esercito di lavoratori che, nella stragrande maggioranza dei casi – si legge nella comunicazione firmata da Rpt insieme al Cup - in questi giorni di difficoltà e di pericolo di diffusione della Pandemia da virus Covid 19, sono al loro posto di lavoro, al servizio dei cittadini e dello Stato. I mesi che verranno – si legge ancora - saranno difficilissimi, sul fronte della tenuta della nostra economia e delle ricadute sul mondo del lavoro”.
La reazione corre sui social appena ufficializzato il testo definitivo. “Ancora una volta si consuma il pregiudizio sui professionisti, unici esclusi da Decreto Cura Italia: per il Governo sono 4 notai in quarantena a St. Moritz e non 2 milioni di persone con reddito medio attorno ai 15mila euro all'anno, oggi senza lavoro” ha scritto Leopoldo Freyrie, ex presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti. “Come ombre nella nebbia” commenta l’architetto Vincenzo Latina. “Bisogna prendere atto, ancora una volta, di questa situazione. Ritardi, silenzio, difficoltà ad avere spazio e contenuti. Difficoltà a lasciare un passato sicuramente glorioso – commenta Marco Aimetti, consigliere CNAPPC - ma non più realizzabile a favore di modalità diverse di fare “impresa professionale” (o intellettuale)”.
Questioni aperte. Oltre alle misure emergenziali per i professionisti nel breve e medio periodo, si chiede attenzione per la sostenibilità delle società, per far fronte agli impegni con le risorse umane (come dichiarato dal presidente dell'Oice). L’occasione impone intanto anche una considerazione sul futuro delle professioni, sul loro ruolo. “Vogliamo anche assicurarle la disponibilità̀ – conclude la lettera del CNAPPC firmata dal Presidente Cappochin e indirizzata al Premier Conte - di tutta la categoria professionale che rappresentiamo ad affiancare le istituzioni, con le proprie specifiche competenze e visioni, nel ridisegnare la messa in sicurezza delle nostre città, la ricostruzione fisica e morale del Paese, il rilancio dell'Italia nel mondo”.
Tra le iniziative istituzionali volte a fare informazione c’è quella promossa dall’Ordine degli Architetti di Milano, rappresentativa della Regione sotto i riflettori per l'emergenza. “In questi primi giorni di crisi è stato messo in atto uno sforzo straordinario per rafforzare la piattaforma di domande e risposte DIMMI. Abbiamo deliberato l’allocazione delle risorse straordinarie – commenta il presidente Paolo Mazzoleni - necessarie a tenere costantemente aggiornata la sezione sull’emergenza per mettere a disposizione di tutti i professionisti in tempo reale risposte autorevoli alle problematiche derivanti da questa difficile contingenza e dai provvedimenti che si sovrappongono quasi quotidianamente. Ci auguriamo che DIMMI possa, finito questo periodo di crisi, consolidare il suo ruolo di strumento di informazione, dialogo e confronto per l’intera comunità dei professionisti e delle amministrazioni”.
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