Che sia davvero scattata la rivoluzione BIM anche in Italia? Le prove ci sono: l’introduzione della digitalizzazione nel Codice degli Appalti; la norma UNI 11337; l’attenzione di aziende come Harpaceas, che nelle scorse settimane ha riunito a Milano tecnici e partner per il BIM Summit, portando all’attenzione storie virtuose come quella di Italferr pronta ad indire le prime gare in BIM dal 2018 o quella del nuovo Ospedale Galliera di Genova, che, dopo anni di stop and go, ha aggiornato il progetto investendo sulla digitalizzazione.
A inizio anno, l’Agenzia del Demanio aveva coinvolto tre scuole di architettura con un accordo di partnership per creare una banca dati di progetti carichi di informazioni, sviluppati per il recupero del patrimonio o per la loro valorizzazione. Confortanti anche i numeri positivi dell’ultimo Report Anafyo con bandi modello che possono fare lezione per altre stazioni appaltanti, com’è quello della scuola secondaria di primo livello di Liscate. “Per questa scuola media è stata indetta una gara a procedura aperta, con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e si è richiesto che l’intervento fosse sviluppato con metodologia BIM e strumenti BIM-based” racconta l’architetto Edoardo Accettulli di Anafyo. Ma è nel 2017 che potrebbe esserci la vera svolta sul BIM, con un rinnovato interesse sui progetti di riqualificazione e sulle grandi infrastrutture, come conferma il Rapporto della società di servizi in ambito engineering e construction con sede a Lugano.
“La prima edizione del BIM Summit, nel 2013, si era svolta in un clima di curiosità mista a scetticismo. Adesso, invece, si può dire che abbiamo superato il punto di non ritorno” ha commentato invece Luca Ferrari direttore generale di Harpaceas al termine dell’evento che ha fatto il punto sul tema digitalizzazione. “Tra i prossimi step – ha spiegato Ferrari – ci attendiamo tra l’altro l’emanazione del Dm che definirà la road map italiana per la digitalizzazione negli appalti pubblici e la pubblicazione delle restanti parti della Uni 11337 (per ora sono state pubblicate le parti 1, 4 e 5)”.
Su linkedin sale il numero dei BIM manager, BIM specialist, BIM coordinator: il mercato li chiede e i professionisti ne approfittano per intercettare nuove nicchie. Ma si sa che non basta un corso di pochi mesi, introdurre il BIM in uno studio, in un’azienda o in un ufficio pubblico significa cambiare passo, processo, introdurre una cultura collaborativa.
Il mercato. In questi anni il privato si è messo in moto autonomamente rincorrendo le esperienze di successo e allineandosi con i comptetitor internazionali; il pubblico ha aspettato il Codice degli Appalti. “Nel 2015, considerando 450 appalti abbiamo constatato che il BIM ha prodotto un giro di affari di oltre 1 miliardo tra appalti pubblici e grandi commesse – spiega Accettulli – di questi l’80% sono al Nord e zero nelle Regioni del Mezzogiorno. Per il 50% si tratta di edilizia sanitaria, per il 35% di uffici, il resto sono residenze, scuole e terziario”. Per le infrastrutture si registrava una quota residua di solo 3,4%. Il 66% riguardava le nuove edificazioni, il 19% le ristrutturazioni. Un anno dopo, nel 2016, “avendo analizzato 400 appalti in cui era richiesto il BIM – racconta il tecnico spiegando i dettagli del Report – si è registrata un’impennata con 2,6 miliardi di euro tra appalti pubblici e grandi committenze, sempre l’80% al Nord”. Di questi il 40% riguardava il privato, il 60% il pubblico. “Il valore economico assoluto è cresciuto per le infrastrutture da 3,4% al 40% (togliendo un bando anomalo che avrebbe fatto schizzare il dato al 70%, e si è ridotto per uffici, istruzione e sanitario, quest’ultimo è calato dal 50 all’22%”. Ancora, lo scorso anno le ristrutturazioni sono salite al 32%.
Il ruolo delle Università. Diversamente da tanti altri ambiti di ricerca, quello sulla digitalizzazione legato all’innovazione dei processi è passato dall’accademia al mercato. “Il ruolo dell’università è centrale e non scontato – ha ribadito Stefano Della Torre, presidente di Building Smart Italia e direttore del Dipartimento ABC del Politecnico di Milano – più di dieci anni fa ci sentivamo dei pionieri nell’affrontare questi temi, per questo anche ora vogliamo continuare a giocare una parte attiva, tenendo insieme la filiera ed evitando il far west formativo, condividendo gli obiettivi e facendo crescere una cultura sul tema”.
"Nell'Accademia si registra un forte interesse per introdurre nei percorsi informativi e per sviluppare in quelli scientifici il tema della digitalizzazione che, pur presentandosi sotto molteplici vesti, è percepito principalmente nel settore delle costruzioni attraverso l'acronimo BIM, che sta per Building Information Modeling, Model o Management. Tale tema di tendenza - scrive Angelo Ciribini in questi giorni, in uno dei suoi documenti veicolati tra la community degli esperti del settore - appare indispensabile ormai ai responsabili delle offerte formative, così come agli esponenti delle rappresentanze, benché le sue logiche immediate suscitino una certa diffidenza nei confronti di apparati mentali consolidati, di natura non del tutto affine, che lasciano presagire un lento processo di transizione".
Professionisti e committenti al lavoro. Il percorso è lungo ma ci sono società, studi, aziende che hanno imboccato la strada del BIM. In sede Ance, STR ha raccontato l’impegno per l’operazione Euromilano e le sfide internazionali con incarichi oltreconfine, ha spiegato il ruolo del BIM nel controllo dei documenti, nella tracciabilità dei dati, con evidenti vantaggi per la committenza. Nello stesso seminario Cattolica Immobiliare è intervenuta dichiarando che sta investendo per digitalizzare il patrimonio immobiliare esistente, nell’ottica di ottimizzare la fase di gestione. C’è anche chi, come consulente dei costruttori, forte di un modello gestionale digitale ha migliorato il posizionamento di imprese e chi tra i progettisti ha imparato a proprie spese che un progetto deve nascere in BIM ed è insensato investire tempo e risorse, e poi copiare un progetto tradizionale.
Il BIM sta cambiando il dna di progettisti, imprese, aziende e stazioni appaltanti, una rivoluzione che non potrà che avere ricadute sull qualità del prodotto e sull'ottimizzazione dei processi.
Dalla parte delle stazioni appaltanti. Il Codice degli Appalti ha dato una scossa, ma “le stazioni appaltanti di numerosi enti locali hanno grosse difficoltà”. Pietro Baratono, provveditore alle Opere pubbliche della Lombardia e dell’Emilia Romagna e presidente della Commissione del MIT dedicata al BIM, non nega le difficoltà nel tenere il passo. Baratono insiste sul tema dell’industrializzazione, dell’innovazione e della razionalizzazione: “bisogna semplificare le regole tecniche che ingessano il mercato, quando sono troppe”. Il Provveditore ricorda il ruolo centrale che ha avuto Milano “avendo buttato il cuore oltre l’ostacolo perseguendo, tra le prime stazioni appaltanti, l’approccio BIM”. Anche se nel Rapporto Anafyo si menziona il caso di un bando, quello del teatro Lirico, non andato a buon fine perché l’ente appaltante ha ritenuto di auto-tutelarsi precisando nel testo la non competenza sul tema. "Il comune - si legge nel testo - non disponde di proprie "linee guida" (bim buides) nè di proprie specifiche informative" (employer's information requirements) e non prescrive come obbligatorio nel presente bando il Bim (project execution plan), non sono pertanto definiti in maniera puntuale i lod, gli aspetti specifici di sostenibilità, facility management..". Conseguenza? Un fiume di ricorsi e l’arenarsi della procedura. "Non sappiamo se sia stata una svista, un eccesso di zelo oppure - conclude Accettulli di Anafyo - il tentativo di scaricare sull’appaltatore gli oneri della preparazione delle linee guida. Si sarebbe potuto richiedere, come hanno fatto altri enti, di produrre le proprie linee guida".
Prossimi appuntamenti. Tra le iniziative in programma a breve c'è quello del prosimo 15 giugno organizzato a Roma dal CNAPPC dedicato a "La rivoluzione informativa del processo progettuale: il punto sul BIM". In autunno, appuntamento a Bologna per il 19 e 20 ottobre, per la prima edizione del Digtal&BIM Italia by SAIE, un evento dedicato al tema della digitalizzazione nel settore delle costruzioni, nella duplice modalità convegnistica ed espositiva.
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