Mario Cucinella Architects compie 15 anni. Un bilancio ampiamente positivo per lo studio guidato da Mario Cucinella con base a Bologna: 14 opere realizzate in Italia e 5 all’estero. Nel 2014 lo studio terminerà un importante progetto ad Accra in Ghana, One Airport Square, 17mila mq ad uso misto, e ad Algeri entro l’anno partirà il cantiere per la sede delle Poste e delle Telecomunicazioni, progetto vinto con un concorso internazionale nel 2013. Cucinella continua ad essere presente nel mercato italiano ma le soddisfazioni arrivano da oltre confine. Poche settimane fa ha presentato il progetto per la biblioteca presidenziale dedicata al leader ghanese Nkrumah, e ad Algeri sta costruendo un ospedale con l'impresa Rizzani De Eccher.
All’estero Cucinella scommette e viene ripagato, in Italia si confronta ogni volta con un sistema lento e inefficiente. A Ferrara il cantiere della nuova sede Arpa è stato fermo per diversi mesi: nato con un concorso di progettazione nel 2006, il progetto da 5000mq per un valore di 4 milioni “procede a rilento per un contenzioso con l’impresa locale. La questione – racconta Cucinella - riguarda il più generale problema degli appalti pubblici e l’impossibilità per il soggetto pubblico di portare a termine le opere a causa delle inefficienze e dell’incapacità nel gestire i subappalti delle imprese, provocando un danno sociale a causa delle opere incompiute e del mancato rispetto dei tempi”. A Ferrara sono i pagamenti alle imprese a frenare un progetto che è pronto all’85%, mentre a Lodi l’architetto bolognese lamenta un problema con le aziende coinvolte per la costruzione: “siamo in ballo da due anni e mezzo per realizzare un piccolo bar di 50mq voluto dal Comune, una struttura che si dovrebbe fare in una stagione, e non riusciamo ad andare avanti: al momento c’è un igloo in legno, una struttura che se resta ferma così ancora molto si degrada definitivamente”.
“Il sistema di trasformazione delle imprese di costruzione in developer è ancora lontano, ci vogliono competenze di gestione del progetto che molti non hanno, e soprattutto c’è un'ambizione non proporzionata ai loro mezzi economici. Ci sono troppi che improvvisano ruoli e competenze con tutte le conseguenze sul mercato sia in termini qualitativi che di gestione. Credo però – aggiunge Cucinella - che il problema stia nella mancanza di valori fondamentali e del rispetto per il lavoro intellettuale. Ormai è diventata una consuetudine firmare contratti e poi non rispettarli e questo è il segnale di un degrado intellettuale gravissimo”.
Nessun cantiere per l’Expo anche se lo studio è coinvolto per la costruzione di tre torri nell’ambito del masterplan di Cascina Merlata di Euromilano per ospitare prima il villaggio dell’Expo e poi housing sociale.“Per il grande evento abbiamo però redatto le linee guida per la sostenibilità dell’Expo. Il concept - spiega l'architetto nasce dalla mia no profit Building Green Future e coordinate da Giulia Pentella e Alberto Bruno. Sono state preparate per indirizzare i diversi paesi verso una modalità di costruzione piu attenta ai temi del riciclo dei materiale, ai consumi energetici e al recupero post Expo".
A Milano Cucinella ha partecipato anche alla gara per la Città della Salute che ora, travolta dalla bufera-tangenti, non potrà facilmente decollare. “Gli architetti si dovrebbero costituire parte civile, io la farò. Non è possibile – dichiara l’architetto – che in tanti debbano pagare per pochi, qualcuno ha speso mezzo milione di euro per partecipare a questa gara che non sarà aggiudicata”.
Cucinella ha partecipato a tanti concorsi in Italia e all’estero, negli ultimi anni si è concentrato su quelli privati. “Anche se non sono più sostenibili: i developer – spiega l’architetto bolognese – promuovono consultazioni non per cercare idee ma per avere soluzioni. E questo è un modo sbagliato di fare concorsi, non sono lo strumento giusto per portare a casa i dettagli, i disegni energetici, particolareggiati; i concorsi dovrebbero servire per creare un feeling con i professionisti, invece i progetti nati dai concorsi vengono usati per parlare con le Pa e portarsi a casa il loro favore”. Cucinella è duro contro i developer ma anche contro le imprese: “troppo spesso ci chiamano e ci dicono ‘rischiamo insieme’, di fatto poi in prima battuta lavorano solo i progettisti e una volta acquisito l’incarico il valore della commessa non è ovviamente proporzionato. Serve una nuova dimensione etica”.
I concorsi fatti bene ci sono ancora. Ad Aosta lo studio ha vinto la gara per la nuova università e sono partiti i lavori. Cucinella porta anche l’esempio di due scuole: ultimo concorso vinto è per un asilo di Guastalla in Emilia Romagna: “quando la qualità vale 70 punti su 100, partecipo volentieri alle gare” dice l’architetto che a Mirabello ha costruito recentemente una scuola con una sfida importante: 7 giorni per la progettazione e 45 per la costruzione. “Tutto si può fare e le avventure sono coinvolgenti, ma non può essere che le opere pubbliche si scelgono in base al minor prezzo. Il mio lavoro – dice Cucinella –non può valere più o meno a seconda dei casi: solo se si parte dai principi della qualità e delle prestazioni, il panorama delle opere pubbliche cambierà”.
Varcando i confini si scopre che la committenza pubblica fa da regia, tiene le fila della rigenerazione urbana, e sa proporre gare ben fatte. “Nel mondo francese e in Africa c’è la figura del “programmista” che fa da consulente alla Pa e definisce il bando di gara con uno schema dettagliato delle funzioni e degli obiettivi. In Italia – commenta Cucinella – troppo spesso non c’è chiarezza nei bandi: le stazioni appaltanti dovrebbero prevedere un budget di 20-30mila euro per una consulenza a chi sa fare i bandi, a quel punto i concorsi diventerebbero utili. Un esempio? Gli edifici scolastici funzionerebbero!”.
In Italia il bando di gara è un documento per redigere il progetto preliminare, “in Algeria il bando è la base contrattuale – racconta Cucinella – ecco allora che per la nuova sede delle Poste e delle Telecomunicazioni di Algeri, che ci siamo aggiudicati un anno fa, dopo il concorso siamo passati al definitivo e a breve consegneremo la concessione edilizia”.
Cucinella è l’architetto “green” per eccellenza, a lui era stata dedicata una copertina della rivista Wired qualche anno fa, quando promuoveva ovunque, tra gli addetti ai lavori e non, il suo prototipo per le case a 100K/euro. “Quel progetto – spiega però l’architetto – non è partito perché sono cambiate le condizioni: accedere ai fondi Cdp per il social housing richiedeva un impegno da parte dei privati che non c’è stato; serviva un’iniziativa pubblico-privata che la crisi e la scarsa cultura del mercato non ha favorito”.
Cucinella lavora su progetti concreti da portare in cantiere, ma investe anche tempo ed energie sul fronte della ricerca: ora affianca Renzo Piano insieme a Massimo Alvisi e Maurizio Milan nel progetto di riqualificazione delle periferie, ed è al fianco di un team attivo presso l’Università di Bologna Alma Mater per la promozione di linee guida per la sostenibilità in Cina, per costituire nuove leggi sui crimini ambientali e sulla tutela dei cittadini. Ancora, nel suo studio sei giovani architetti lavorano da un anno sul tema della ricostruzione in Emilia post terremoto utilizzando un fondo di 7,5 milioni donati dai lavoratori iscritti ai sindacati confederati Cisl Uil Cgil su mandato di Confindustria Emilia Romagna.
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