Ripartire dalla memoria architettonica per promuovere una città più sociale, creativa e innovativa, interpretando la rigenerazione degli spazi urbani come espressione dell’architettura contemporanea. Con questo obiettivo l’Ordine degli Architetti di Reggio Emilia ha dato il via, lo scorso 14 settembre, alla prima edizione del festival “Rigenera”. L’iniziativa nasce dall’adesione dell’Ordine (unico in Italia come ordine capofila) ad un bando promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Mibact, volto a finanziare manifestazioni culturali dedicate proprio all’architettura contemporanea. Le parole chiave? Conoscere, diffondere, integrare e comunicare.
La kermesse, che terminerà il prossimo 18 ottobre, continua a popolare piazze e luoghi simbolo della riqualificazione nel capoluogo emiliano. Un calendario scandito da convegni, workshop e performance artistiche anche di ospiti internazionali, pensati per portare le questioni della rinascita dei luoghi fuori dai confini degli studi di progettazione allo scopo di stimolare la partecipazione della comunità. «Rigenera – spiega Andrea Rinaldi, presidente dell’Ordine degli Architetti di Reggio Emilia – vuole diffondere l’idea di una città di domani che pone al centro le esigenze sociali e culturali in grado di generare valore aggiunto anche sotto il profilo economico. Nostro desiderio è comunicare la possibilità del contemporaneo di innovare l’ambiente costruito, riducendo il consumo di suolo, minimizzando l’utilizzo di risorse naturali». E per cercare di entrare nei contenuti e dare un contributo pratico allo sviluppo della città del Tricolore, i momenti di confronto si concretizzeranno in proposte di soluzioni flessibili e creative per gli spazi pubblici che andranno ad incentivare la mobilità alternativa, sempre nella logica di crescita culturale della comunità.
Gli appuntamenti. Fra le iniziative più partecipate ci sono le passeggiate urbane pensate per raccontare le esperienze di rigenerazione della città e farle conoscere ai cittadini. Itinerari che non attraversano solo il centro storico, ma anche i quartieri limitrofi, nell’intento di condividere la memoria architettonica urbana. Oltre a talk e conferenze, sono previsti eventi dove la musica, le discipline artistiche, i temi sociali e ambientali si intersecano con la progettazione e le sue pratiche. E proprio sotto il profilo della sostenibilità sarà al centro del convegno “Cura della casa comune”, previsto per venerdì 2 ottobre, con possibilità di seguire i lavori in streaming. L’evento ruoterà attorno all’enciclica “Laudato Sì” del 2015 di Papa Francesco, che verrà accostata agli obiettivi di sviluppo dell’agenda ONU 2030. Partendo dalla centralità dell’uomo, giuristi, esperti di economia green, architetti e teologi si confronteranno raccontando le proprie esperienze con l’obiettivo di interrogarsi sul presente e sul futuro della professione e dello spazio urbano in un’ottica di ecologia integrale.
Ma quali sono i valori della rigenerazione? È Ezio Micelli, professore ordinario dello Iuav, a delineare una risposta completa. «Il patrimonio immobiliare, da riserva di valore finanziario sta diventando una risorsa abilitante. Stiamo entrando in una fase nuova accelerata dalla pandemia Covid19 e dobbiamo adeguarci ai cambiamenti. Nel 2013 abbiamo avuto un crollo delle richieste di permessi di costruire, un numero pari a quello del 1936. Un fenomeno dettato tanto dalle nuove tendenze, quanto dalle difficoltà economiche contingenti. Altro valore importante della riqualificazione è la demografia. Il saldo è prossimo allo zero solo grazie ai meccanismi migratori. Dobbiamo entrare nell’ottica di immaginare l’abbandono per molti luoghi costruiti, e un esempio illuminante viene dal patrimonio militare del Friuli che è stato in gran parte lasciato a sé stesso una volta venuta meno la sua utilità strategica. Un fattore da non sottovalutare – sottolinea Micelli, intervenuto in apertura del festival – riguarda lo spopolamento dei centri storici. Nella città di Treviso il 42% delle case è abbandonato, un dato che non può non essere considerato da chi amministra le nostre città».
Uno dei temi chiave di Rigenera, la partecipazione, rappresenta un fenomeno fluido e che negli ultimi anni ha iniziato ad assumere forme diverse. «I soggetti chiamati a intervenire – prosegue Micelli – diventano attori che non chiedono più al pubblico di essere tutelati, ma spazio e possibilità di agire e non essere intralciati nello svolgimento delle proprie attività. Questo perché ancora si fa fatica a capire le dimensioni dell’imprenditore sociale. La figura di chi si prende in carico immobili abbandonati non è ben definita, il che provoca problemi amministrativi d’inquadramento. Ciò nonostante il rapporto fra cultura e valore è sempre più stretto ed evidente. Tante delle aree rigenerate raccontate a Rigenera, in primis il Tecnopolo di Reggio Emilia, ospitano anche imprese giovani che lavorano con le nuove tecnologie, non solo dimensioni prettamente culturali. Uno stretto rapporto fra innovazione e cultura che si sviluppa all’interno di queste nuove fabbriche civiche dai tratti rinascimentali. Ma per permettere a queste energie di liberare il proprio potenziale si deve lavorare di più sulle politiche dell’abilitazione rispetto alle politiche della regolazione. Dobbiamo abituarci a consentire sistematicamente “l’esplorazione del costruito” dentro il perimetro delle città. Deve essere reso possibile il cambiamento di un capitale sociale che spesso fatica a trovare espressione di sé».
In copertina un'immagine della ex Polveriera di Reggio Emilia @Rigenera
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