Forma e struttura nelle diverse declinazioni trovano spazio in “Ricette d’architettura”, il power lunch promosso da PPAN nella settimana del Fuorisalone che ha coinvolto alcuni attori della filiera delle costruzioni attivi in ricerca e sviluppo sui temi dell’innovazione e della sostenibilità, sperimentando nuovi modelli di business.
Due ore all’insegna della contaminazione, intesa come sovrapposizione di linguaggi che insieme creano una struttura. «Struttura dal punto di vista filosofico – ha chiarito Gianni Massa, vice presidente vicario del Consiglio nazionale ingegneri - che ingloba tutte le relazioni tra le parti e che, esaltando le relazioni rispetto alla forma, portano all’opera come risultato non del segno del singolo progettista quanto del percorso di sovrapposizione di competenze che ne hanno permesso la realizzazione».
Appuntamento da City Zen, una scuola di yoga in zona Ticinese che devolve il ricavato alla Fondazione Francesca Rava, lasciando un messaggio che guarda al benessere individuale ma soprattutto a quello sociale. In cucina due chef: Fabio Groppi e Michele Cella, che utilizzano materie prime di elevata qualità dando vita a progetti legati alla tradizione e, nello stesso tempo, ricchi di innovazione e creatività (leggi anche "Dalla cucina allo show cooking: due chef alla settimana del design di Milano" su Pantografo Magazine). Negli spazi allestiti per l’occasione due partner della comunicazione di settore: L’Ingegnere Italiano (la rivista del Consiglio Nazionale degli ingegneri) e world-architects, con la sua nuova piattaforma italiana, italian-architects.
L’intento è fare squadra, integrando competenze diverse, intorno ad uno stesso tavolo. E a titolo rappresentativo della complessità dei processi edilizi sono intervenuti in un talk un architetto, un ingegnere, un docente universitario e un avvocato. Al centro i temi della circolarità, del comfort, dell’innovazione e della creatività.
Architettura per le persone. Il tema è stato messo in evidenza dall’architetto Simone Gobbo, socio dello studio Demogo che ha evidenziato come «un progetto debba avere una dimensione tecnica ed emotiva, quasi umanistica, perché dà vita ad uno spazio di relazioni». Lo studio trevigiano sta avviando a Jesolo il cantiere di un progetto di bioedilizia, quello per la Cross Law Tower, la più alta torre residenziale d’Europa in legno. Sarà una realizzazione integralmente in XLAM senza necessità di nucleo centrale in materiale differente. Prodotti naturali, efficienza energetica e accessibilità per raccontare in concreto cos’è l’architettura confortevole.
La sostenibilità è un tema ormai imprescindibile per le singole architetture, ma anche per le città. Carlo Berizzi dell’Università di Pavia, ha sottolineato che «al giorno d’oggi bisogna avere cura del territorio. Non solo rispettarlo, ma creare condizioni necessarie per uno sviluppo attento all’ambiente e alla domanda delle persone». Si continua a costruire rendendo di fatto il mondo difficilmente abitabile: questo è uno dei paradossi della contemporaneità. Per tale motivo il singolo edificio, gli spazi pubblici e il sistema città devono lavorare congiuntamente in un’ottica di terapia dello spazio e della metropoli. «Noi diamo forma agli edifici e questi ultimi danno forma a noi», spiega Berizzi.
Tra gli ospiti anche Emanuela Molinaro, avvocato presso lo studio legale Orrick, Herrington & Suitcliffe, che ha evidenziato come sia «fondamentale creare delle sinergie tra gli operatori della filiera ed il legale che agisce all’inizio del processo nelle fasi di progettazione, finanziamento e realizzazione, attraverso documenti che, successivamente, vengono verificati con tecnici ed ingegneri per eventuali modifiche ed integrazioni. Le regole del gioco si scrivono in un contratto», e Gianni Massa, vice presidente vicario del CNI che ha parlato del rapporto tra cibo ed ingegneria (tema monografico dell’ultimo numero dell’Ingegnere italiano), quest’ultima spiegata come «una disciplina capace di realizzare un percorso che va da un’idea alla realizzazione». Una strada da percorrere in cui la bellezza, il benessere e la creatività di un qualsiasi prodotto non possono essere esauriti semplicemente nel fare.
Parola d’ordine: contaminazione, che letteralmente può avere un’accezione negativa, ovvero perturbatore dei valori tradizionali, mentre nel mondo dell’architettura, del design, dell’ingegneria e anche del food, assume una valenza creativa. Sfida che accolgono anche le aziende come Urban Bio e Viessmann, partner e sponsor di Ricette d’Architettura.
«Il concetto di contaminazione è l’aspetto fondamentale oggi per arrivare ad un percorso di sovrapposizione di competenze, un percorso che di per sé è complesso. Ma quale è la differenza tra complessità e semplicità? Se piegassi una sola volta un foglio di carta e ci facessi scorrere una pallina progettandone la sua traiettoria, sarei abbastanza sicuro sul percorso. Ma, se io realizzassi un origami, non sarei più certo quale sarà il tragitto con una mia sola competenza. Questo, secondo me, è il valore fondante delle contaminazioni», conclude Massa.
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