“Non abbiamo ancora pensato di mettere le nostre intelligenze a lavorare sul recupero delle periferie ERP, dobbiamo farlo con poche leggi e grande forza e dibattito culturale perché dobbiamo fare quelle correzioni che ci vengono richieste e perché se decolla il mercato dei condomini e dei quartieri l'Italia potrà avviarsi verso la crescita”. Un programma di rinascimento urbano per Graziano Delrio, Ministro delle Infrastrutture, che ha parlato oggi alla Camera ad un incontro organizzato dai Deputati PD sulla rigenerazione e valorizzazione del patrimonio pubblico. Il Ministro ha precisato poi l’importanza della rigenerazione e “la necessità di passare da una stagione che ha tenuto vivo il mercato attraverso incentivi energetici ad una che lavori sulle classi energetiche, sui programmi integrati e complessi passando attraverso un nuovo iter per la demolizione e ricostruzione, l’abbattimento dei lunghi tempi di latenza e i problemi di progettualità legati alla mancanza di fondi”.
Rigenerazione urbana, consumo di suolo, efficientamento energetico, smart cities, sostenibilità ambientale, crisi del mercato, sono tanti i temi toccati durante l’incontro dai diversi ospiti chiamati a portare il proprio contributo sulla questione.
Ettore Rosato, Presidente Gruppo Parlamentare PD alla Camera, ha aperto i lavori rileggendo l’importanza di un dibattito sui temi in relazione alle scelte del Governo riguardo l’ambiente e il territorio: “La modifica dell’art 117 della Costituzione, in cui si afferma il dovere dello Stato a definire linee guida più marcate in tema di territorio, la legge sul consumo di suolo, che entrerà in aula il 26 aprile e che riguarda recupero, riuso e rigenerazione del territorio e, in tema di valorizzazione del patrimonio pubblico, la rigenerazione delle periferie che è stata inserita nel patto di stabilità”.
In questo senso Andrea Ferrazzi, responsabile nazionale PD edilizia e urbanistica, Dipartimento Ambiente, sostiene che il mercato è in trasformazione ed è necessario creare una nuova cassetta degli attrezzi per affrontarlo perché “chi pensa di superare la crisi con strumenti risalenti a sessant’anni fa, commette un grave errore. Chi sostiene di tornare ai finanziamenti pubblici capaci di risolvere tutto parla di un mondo che non esiste più. Il nostro territorio si è trasformato. Servono nuovi strumenti legislativi, anche di orientamento fiscale, nuovi strumenti urbanistici. Va modificato il nostro approccio all’urbanistica, che deve essere olistica e integrata, con una visione complessiva, e questo vale anche per i finanziamenti”. Secondo Filippo delle Piane, vice Presidente Ance, è necessario avere una visione di contesto prima di trovare soluzioni e mette in evidenza "una mancanza di fiducia da parte dei cittadini nei confronti di chi governa e delle imprese che investono sulle trasformazioni del territorio" infatti “prima di entrare nel merito di cosa fare per riattivare mercato - spiega- dobbiamo capire perché il mercato non funziona. È cambiato l’approccio degli utenti alla casa, il concetto di proprietà è diverso. La società ha smesso di fidarsi di imprenditori e politici. Si osservano manifestazioni di dissenso sempre più cruente verso la trasformazione derivante da una scarsa comunicazione o diffidenza radicata nelle persone. Come creare un prodotto nuovo, vendibile, e allo stesso tempo farlo a fronte di una nuova sensibilità verso la sostenibilità?” Per Roberto Reggi, Direttore Generale Agenzia del Demanio, invece “con la legislazione vigente possiamo fare molto anche per ridare lavoro e sviluppo partendo dai progetti locali”. Garantendo per il patrimonio pubblico uno sviluppo coordinato con medesimi strumenti dal Demanio a Cdp, esistono norme che già ne garantiscono la riqualificazione “gli art. 24 e 26 dello Sblocca Italia, che permettono ai privati di entrare nella valorizzazione del patrimonio, e il Federalismo demaniale e culturale del 2010 e che nel 2014 ha sviluppato le sue potenzialità”. Il neo presidente del Cnappc, Giuseppe Capocchin, ha auspicato “un coordinamento strategico di ampio respiro che delinei politiche urbane di lungo periodo in grado di realizzare, attraverso nuove norme urbanistiche, la rigenerazione urbana sostenibile congiuntamente allo stop al consumo di suolo, all’efficientamento energetico, a misure per favorire l’inclusione sociale: di questo ha bisogno il Paese perché se prende il via una vera e propria rigenerazione delle nostre città, riparte l’edilizia e di conseguenza l’intera economia del Paese”. Silvia Viviani, Presidente INU, è convinta che si stia parlando nuovamente di urbanistica, di progetto, di quello che si vorrebbe fare e di impegno. “Per la riqualificazione urbana – spiega Viviani - sono stati sperimentati diversi strumenti a partire dagli anni ‘90, ma questi non si sono dimostrati utili a rinnovare la disciplina. L'urbanistica è immersa nel cambiamento e intende trovare autorevolezza lavorando negli ambienti urbani. È necessario pero abbandonare tutti i modelli tradizionali e noti e mettersi in discussione e recuperare il meglio del nostro sapere tecnico per metterlo a disposizione del progetto”. E se Maurizio Savoncelli, Presidente Consiglio nazionale Geometri, raccomanda di porre massima attenzione ai territori già antropizzati perché si permettano anche interventi non invasivi ma utili a rispondere alle richieste delle famiglie, Paolo Bernasconi, vice presidente Ente previdenza periti industriali, è intervenuto sulla necessità dell’efficientamento energetico del patrimonio pubblico passando attraverso il rifacimento degli impianti di riscaldamento, la climatizzazione con fonti rinnovabili, la contabilizzazione dell'energia, impianti di illuminazione a led con sensori di presenza, che produrrebbe un risparmio del 35% sui consumi entro il 2020.
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