Dai trasporti al recupero della zona portuale, architettura e spazi per la comunità

Rigenerazione urbana a Oslo, per l’Internazionale è la “città perfetta”

di Tania Servidei | pubblicato: 19/07/2016
Per risanare le periferie non servono edifici belli, ma luoghi di incontro
Alejandro Aravena
Rigenerazione urbana a Oslo, per l’Internazionale è la “città perfetta”
Per risanare le periferie non servono edifici belli, ma luoghi di incontro
Alejandro Aravena

Oslo è una città perfetta. A dirlo è la rivista Internazionale del 15 luglio che ha fotografato l’evoluzione della capitale norvegese, da città grigia e provinciale a metropoli cosmopolita e in crescita. Con la sicurezza economica dei ricavi del petrolio, l’unica città multiculturale della Norvegia ha lanciato ambiziosi progetti urbanistici. Si punta a migliorare i trasporti pubblici per ridurre il numero di macchine private in circolazione, interdette al traffico del centro dal 2019. Spazio ai pedoni e ai ciclisti, all’utilizzo delle bici e delle auto elettriche, già molto di moda in tutto il Paese grazie alle sovvenzioni statali per acquistarle. 
Occhi puntati sul litorale della Città del fiordo con il recupero dei 225 ettari della zona portuale. Iniziati nel 2000, i lavori presumibilmente saranno ultimati nel 2030. Dopo l’apertura nel 2008 del teatro dell’opera, progetto firmato dallo studio di architettura Snøhetta, al posto dei cantieri navali e delle autostrade sorgeranno musei, appartamenti di lusso e i grattacieli del distretto finanziario di Barcode. La sindaca di Oslo Marianne Borgen racconta ai giornalisti di Internazionale che fino a poco tempo “gli abitanti della città non osavano avventurarsi nella zona del porto. Oggi, invece, ci si può passeggiare, andare in bicicletta, fare il bagno”. 

“Per risanare le periferie non servono edifici belli, ma luoghi di incontro”. Alejandro Aravena sulle pagine di Repubblica del 17 luglio dà la sua ricetta per rendere più vivibile la città. Il direttore della Biennale di architettura guarda a Milano come esempio di città europea abitata da malessere, criticità e disagio. La soluzione? Bisogna riallacciare il filo con la politica, la società, l’economia e le leggi. L’architettura ha la forza di riassumere le forze in gioco. Il tema è caldo e la cronaca entra nel dettaglio di alcuni progetti. Nell’hinterland milanese ad esempio resta sotto i riflettori il recupero urbano dell’ex acciaieria Falck noto per la firma di Renzo Piano. Su Repubblica deIl’11 luglio si legge che resterà lui a disegnare le porte di accesso alla zona industriale di Sesto San Giovanni ora soggetta a riqualificazione urbanistica: la stazione ferroviaria e la piazza principale. Il resto della zona sarà invece progettato da giovani architetti selezionati da un concorso bandito con l’Ordine degli architetti e la Triennale.
 

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Tag: città; spazi pubblici
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