A tre mesi dalla chiusura delle scuole, con l’avvio della pausa estiva, nel dibattito nazionale si inizia ad affrontare concretamente il tema dell’edilizia scolastica: nel Decreto scuola approvato dalla Camera si fa esplicito riferimento alla facoltà di operare con poteri commissariali da parte dei sindaci, per velocizzare l'esecuzione degli interventi, fino al 31 dicembre 2020. E dal Miur arriva la notizia che sono disponibili 330 milioni per l'edilizia scolastica 'leggera' in vista della ripresa di settembre. Intanto Milano fa da apripista e immagina la scuola del futuro, provando a tenere insieme una riflessione su contenuto (metodologie della didattica) e contenitore (ambienti educativi al passo con i tempi).
Il piano nazionale per un’edilizia scolastica leggera. Da sabato 13 giugno – come si legge sul sito del Miur - gli Enti Locali possono accreditarsi per accedere a quei 330 milioni di fondi PON, che il Ministero dell'Istruzione metterà a disposizione la prossima settimana, attraverso un avviso pubblico che sarà disponibile sul sito istituzionale. «In questi giorni, insieme agli Enti Locali, si stanno definendo i criteri per la distribuzione delle risorse. Nel frattempo il Ministero – si legge sul sito - ha deciso di accelerare le procedure amministrative che servono per accedere ai finanziamenti, anticipando una parte delle operazioni e garantire l'assegnazione dei fondi entro la fine del mese di giugno».
«Come Ministero stiamo puntando sempre di più sulla digitalizzazione dei processi e sulla loro velocizzazione e semplificazione - sottolinea la Ministra Lucia Azzolina -. Troppo spesso, in passato, sono state messe a disposizione le risorse, ma poi la burocrazia, con i suoi tempi, e a causa di procedure complesse, ha frenato la spesa e i cantieri. Con il Decreto scuola abbiamo dato anche poteri commissariali a sindaci e presidenti di Provincia per poter operare rapidamente in vista della ripresa di settembre e velocizzare i cantieri».
Il cantiere Milano. Immaginando la scuola del futuro, pensando non solo all’innovazione delle metodologie della didattica, ma anche a come cambia l’organizzazione degli spazi all’interno degli edifici scolastici per adattarsi ai nuovi metodi e creare nuovi ambienti educativi, la giunta del Comune di Milano ha approvato un Manifesto che sarà sottoscritto da Comune, dall’Ufficio Scolastico Regionale, da Indire e Assodidattica. Non solo visioni, ma anche risorse: 4,4 milioni di euro per la fornitura di arredi scolastici per i nidi, le scuole dell’infanzia, le scuole primarie e secondarie di primo grado, le scuole civiche e le case vacanza.
Il dibattito sugli spazi scolastici innovativi è al centro delle politiche scolastiche, ma la grande maggioranza delle scuole sono costruite e vissute con una logica tradizionale. «Un ripensamento degli ambienti dell’apprendimento - si legge in una nota del Comune - richiede il superamento dell’idea della scuola come insieme di ambienti chiusi, aule per la didattica frontale in primis, collegati da corridoi e atri adibiti a luoghi di passaggio. L’innovazione, per essere efficace, deve nascere dal confronto fra gli attori in gioco, attraverso percorsi di progettazione partecipata tra enti locali, istituzioni scolastiche, docenti, famiglie, centri di ricerca, università, progettisti e mondo della produzione. Un metodo che potrà e dovrà sostenere la scuola in un momento delicato come quello attuale: ripensare gli spazi diventa ancora più necessario per la ripresa di settembre, ma soprattutto per costruire un futuro che sia davvero innovativo».
A Milano è attivo, proprio a questo scopo, un tavolo tra i rappresentanti di diversi soggetti istituzionali per promuovere e sostenere la sfida al cambiamento degli ambienti di apprendimento. Un orientamento che in città è già stato perseguito negli scorsi anni, con esiti concreti in una ventina di scuole della città, attraverso l’allestimento di alcuni ambienti di apprendimento innovativi. Particolare attenzione viene dedicata «ai quartieri più complicati, in cui la povertà educativa e sociale sono più accentuate, dove le scuole sono un argine alla dispersione scolastica e alla segregazione perché creano coesione sociale e inclusione. Il nostro obiettivo - dichiara l’assessora all’Educazione Laura Galimberti - è lavorare per ampliare la diffusione di spazi di apprendimento innovativi dove applicare le nuove metodologie della didattica sia più facile, per far sì che il ricordo della scuola come un susseguirsi di file ordinate di bambini seduti di fronte alla cattedra venga superato. Crediamo molto in questo progetto e nella collaborazione tra tutti gli attori coinvolti e, perché questo proposito si trasformi in azioni concrete, abbiamo stanziato nuovi fondi da utilizzare da qui al 2021».
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