Un crollo ogni quattro giorni di scuola, tre scuole su quattro senza agibilità statica, solo una su venti in grado di resistere ad un terremoto. Il Comune di Campobasso, ultima notizia rimbalzata in queste ore, si è affidato ai controlli dei tecnici comunali e dei vigili del fuoco e ha incaricato l’Università del Molise di controllare lo stato di salute di ciascun edificio. Su 35 costruzioni, 20 sono state chiuse e per altre 7 si attende il responso di agibilità. Crescono gli investimenti per la manutenzione ad opera degli enti proprietari, Comuni e Province: si parla in media di 50mila euro ad edificio per interventi di manutenzione ordinaria e di 228mila euro per quelli straordinari, ma il divario fra le varie realtà regionali è notevole. Questi alcuni dei dati che emergono dal XVI Rapporto sulla sicurezza delle scuole, presentato a Roma (27 settembre 2018) da Cittadinanzattiva. Il Rapporto fa il punto sulla sicurezza delle scuole italiane, attraverso i dati ricavati da tre tipologie prevalenti di fonti:
Cittadinanzattiva ha inviato a 7.252 Comuni, Province e Città metropolitane, delle istanze di accesso civico per 6.556 edifici scolastici di 20 Regioni, con l’obiettivo di fornire un quadro più aggiornato rispetto alla sicurezza sismica e avere informazioni dettagliate ed aggiornate rispetto alle certificazioni e agli investimenti degli Enti locali sulle indagini sui solai e per sapere quali e quanti interventi manutentivi realizzati.
Il quadro è di un’Italia a tre velocità, sia sulla manutenzione che sull’adempimento delle norme e delle certificazioni richieste dalla legge: ad investire di più sulla manutenzione ordinaria è la Lombardia (in media quasi 119mila euro), meno la Puglia (non si arriva ai 3mila euro); la verifica di vulnerabilità sismica è stata effettuata solo nel 2% delle scuole calabresi e nel 59% di quelle umbre, il certificato di prevenzione incendi è presente nel 69% degli istituti del Trentino Alto Adige e solo nel 6% di quelli laziali.
Che l’edilizia scolastica sia una priorità viene dichiarato a gran voce da tutti, enti locali ed istituzioni nazionali, ma nei fatti spesso la burocrazia allunga i processi. Si aggiunga che il nuovo governo ha abbassato le serrande della Struttura di Missione di Palazzo Chigi dedicata proprio all’edilizia scolastica.
Il tema dell’edilizia scolastica è stato sollevato da Legambiente tratteggiando un bilancio a due anni dal sisma del Centro Italia. Rimangono per ora bloccate le 51 scuole innovative, bloccate da errori concorsuali. I fondi sono indispensabili (il bilancio del 2017) per sopperire ai ritardi del passato: Cittadinanzattiva stima 15-20 miliardi di euro in almeno 10 anni.
Solo un quarto delle scuole ha l’agibilità/abitabilità, poco più della metà (53%) il collaudo, un terzo è in possesso della certificazione di prevenzione incendi, poco più (36%) di quella igienico-sanitaria. A livello regionale, in grave ritardo il Lazio (9% delle scuole in possesso dell’agibilità/abitabilità, il 6% della prevenzione incendi), la Campania (11% con agibilità/abitabilità, 17% prevenzione incendi) e la Calabria (12% con agibilità/abitabilità, nessuna in regola con prevenzione incendi).
Sono una cinquantina gli episodi di crolli e di distacchi di intonaco registrati da Cittadinanzattiva, tramite la stampa locale, tra settembre 2017 e settembre 2018. Parliamo di più di un episodio ogni 4 giorni di scuola. Ad essere interessate in particolare scuole della Campania (8 casi), del Lazio (7) e della Lombardia (6). Questi si aggiungono ai 156 censiti nei precedenti anni scolastici (36 nel 2013/14, 45 nel 2014/15, 31 nel 2015/16, 44 nel 2016/17), per un totale di 206 episodi in cinque anni.
Cittadinanzattiva presenta il suo report annuale e propone alcune ipotesi migliorative:
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