Come organizzare gli studi professionali? Quando scegliere il Bim? Come valorizzare la reputazione che l’Italia e la sua creatività hanno nel mondo? Queste e altre questioni sono passate sotto i riflettori agli Stati Generali degli Architetti di Milano promossi il 2 febbraio dall’ordine presieduto da Valeria Bottelli. Un'occasione per fare una verifica di metà mandato e per misurare lo stato di salute dell’architettura in città, nell’anno post-Expo e in tempo di campagna elettorale. Professionisti, accademici, giornalisti, tecnici della Pubblica amministrazione, imprenditori e sviluppatori si sono confrontati sulle difficoltà e sulle opportunità, sul ruolo dei privati nelle politiche di rigenerazione urbana, sull'idea di un 'brand' per promuovere la professionalità degli architetti italiani, sull'annoso tema dei concorsi e sulle novità che riguardano l'edilizia scolastica. Non ultimo il tema del recepimento da parte dell'Italia delle norme europee in campo di Lavori Pubblici.
“Abbiamo promosso un’azione di rammendo istituzionale per cercare di parlare orizzontalmente e per incentivare la buona architettura. Abbiamo attivato un confronto aperto con la Pa, con le imprese, il mondo delle associazioni e l’editoria” ha spiegato Valeria Bottelli. “In gioco c’è il messaggio che i professionisti devono trasmettere: un modo diverso di fare le cose che riflette l’eccellenza artigianale, quella industriale e la creatività applicata – ha spiegato Francesco Morace, Future Concept Lab – troppo spesso riconosciute all’estero e meno nel nostro Paese”. “I giovani architetti italiani fanno fortuna all'estero – ha dichiarato Cino Zucchi - per la capacità di intuire la complessità delle situazioni procedurali, sanno usare tecniche specifiche rispetto alle situazioni. C'è grande stima della cultura italiana architettonica e all'estero i nostri professionisti fanno grande carriera. Purtroppo, nel nostro Paese è penalizzante la scala degli studi e una clientela che non ha sempre chiaro quale servizio chiede".
Video: Valeria Bottelli e Francesco Morace
Video: Cino Zucchi
A Milano si è parlato di concorsi anche con Alessandro Maggioni promotore di AAAarchitetticercasi e con Pier Giorgio Giannelli, presidente dell’Ordine degli Architetti di Bologna. “Con il metodo del concorso si selezionano energie che diversamente non entrerebbero nel processo produttivo e si stimola l’apertura di orizzonti di nuova qualità. Il concorso è un arricchimento di carattere culturale – ha aggiunto Maggioni – e con questo strumento si potrebbe innovare l’approccio anche per risolvere problemi complessi”. “Il concorso ideale è quello aperto e in due fasi – ha precisato Giannelli – senza steccati e rivolto ai giovani, visto che sono loro spesso a vincere le competizioni”.
Video: Alessandro Maggioni, Pier Giorgio Giannelli e Monica Margarido
Laura Galimberti, coordinatrice della struttura di missione del governo Renzi per l’edilizia scolastica ha ribadito che si sta lavorando ad un concorso internazionale per alcune decine di nuove scuole. "Le Regioni stanno proponendo le aree al Miur e a breve sarà pronto il bando: sarà un momento di crescita per le scuole e per gli architetti – ha ribadito l’architetto Galimberti - è questo il momento per ripensare gli edifici dove i ragazzi vengono educati”.
Video: Laura Galimberti
Video: Guido Alberto Inzaghi
Gli architetti milanesi si sono confrontati anche con la committenza privata e pubblica e tra i presenti c’era Giordana Ferri, direttore esecutivo della Fondazione Housing Sociale, che ha spiegato che, operando in un ambito legato alla finanza “dove la qualità del prodotto ha un valore, non è stato difficile trasmettere ai colleghi la forza di un progetto innovativo curato negli spazi e nella qualità tecnologica, come investimento che dura di più nel tempo". Anche Assoimmobiliare rappresentato dal consigliere Luciano Manfredi ha sottolineato quanto sia importante la qualità della committenza che sempre più chiede edifici “belli e non solo efficienti che rendono economicamente, perché la bellezza ha un valore sul mercato. A fronte di questa evoluzione – ha precisato Manfredi – i developer istituzionali cercano studi organizzati dove i professionisti danno un contributo nell’ambito di un team interdisciplinare, e sono pronti ad investire anche sulla riqualificazione dei quartieri visto che circa il 30-40% del valore d’acquisto dell’immobile è destinato al riposizionamento sul mercato”.
Video: Giordana Ferri
Video: Luciano Manfredi e Marcus Lloyd Andresen
Dalla riqualificazione urbana al rapporto con le Pa, al metodo di lavoro negli studi. Cecilia Bolognesi, consigliere dell’Ordine e una delle anime degli Stati Generali, ha precisato che “gli architetti di Milano hanno uno sportello dedicato che raccoglie le tante vicissitudini nel rapporto con la Pa, e le sottopongono all’attenzione dei referenti comunali”. Un tema sempre caldo rispetto al quale l’Ordine sottolinea “che al di qua e al di là del tavolo della Pa ci sono architetti. Vogliamo promuovere l’architetto della Pa come ‘facilitatore’ della trasformazione – ha precisato Bolognesi – visto che tutti devono collaborare alla buona riuscita del progetto e dell’opera, nel rispetto di tempi e costi, tutelando la qualità dell’architettura”. A maggior ragione in ambito pubblico dove l'approvazione di nuovi regolamenti in corso può diventare il momento di vero rinnovamento per le categorie del committente pubblico e dei professionisti che devono soddisfare nuovi requisiti dei bandi di gara, in termini di ingegnerizzazione del progetto.
Video: Cecilia Bolognesi, Marco Stanislao Prusicki e Giovanna Rosada
Parlando di organizzazione dell’attività professionale si è acceso un faro sul Bim e sulla figura del Bim manager “che definisce le strategie digitali per la progettazione, non la forma ma il metodo” ha spiegato Claudio Vittori Antisari, tecnico dello studio Citterio-Viel. “Il Bim ha come presupposto l’idea collaborativa del progetto e può mettere insieme progettisti, committente e imprese in un processo non frammentato. Viene rimessa in discussione la centralità della figura dell’architetto – ha detto Giuseppe Martino Di Giuda del Politecnico di Milano – il cuore del problema sta nella domanda e nel come rispondere”.
Video: Claudio Vittori Antisari, Giuseppe Martino Di Giuda e Filomena Pomilio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Tag: