A Sora in provincia di Frosinone sarà costruita nei prossimi due anni una scuola innovativa e “ispiratrice” per l’edilizia scolastica italiana. Il concept è di Renzo Piano e con lui hanno lavorato per mesi, tra gli altri, anche Massimo Alvisi, Franco Lorenzoni, Maurizio Milan e tutto il gruppo G124. Annunciato da Renzo Piano al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano poco meno di un anno fa (erano i giorni del Salone del Mobile) l’idea è diventata progetto. Risolti gli adempimenti burocratici e trovati i fondi (5,8 milioni del Miur e un milione di Casa Italia) si può partire con il cantiere e il concept è diventato pubblico con una presentazione ufficiale nelle sale del Senato.
Questo sarà il primo progetto-pilota dei dieci promessi nell’ambito del progetto Casa Italia. In fase avanzata sono le iniziative di Feltre e Foligno, tutte rivolte alla messa in sicurezza di complessi residenziali. A Sora in particolare l’intervento riguarda due temi: la riqualificazione di un immobile abitativo, oggi occupato da un paio di famiglie di 300 mq di superficie, e la costruzione ex novo di una scuola, demolendo l’attuale mattatoio.
Renzo Piano ha deciso di regalare un progetto pilota per una scuola. Da più di 5 anni, già nell’area dei Sesto San Giovanni, l’architetto genovese lavora ad un’idea di scuola innovativa che ora ha tutte le carte per diventare realtà. “Abbiamo lavorato ad un nuovo modello di scuola, non solo innovativo ma evolutivo, che si plasma con le persone, con le nuove idee, con le città in cui si colloca, con i bambini da educare e i maestri da ascoltare. Mi piace pensarla come un cantiere aperto, sempre pieno di luce e colori: sempre diversa per accogliere e integrare tutti” così spiega l’architetto Massimo Alvisi.
Il concept quindi prevede un edificio che sale intorno ad un albero centrale, in un giardino. Piano e il suo team propongono un’architettura leggera, su due piani e al contempo una scuola “di sana e robusta costituzione” studiata anche dal punto di vista ingegneristico per dare una risposta all’antisismica. Il piano terra è di tutti: come luogo di interazione con la città creerà quel “civic center” previsto dalle norme del Miur del 2013. Gli spazi scolastici si integreranno con una palestra, uno spazio polifunzionale, una biblioteca accessibilità alla cittadinanza. La copertura è stata pensata come una terrazza di Talete, un luogo di osservazione. Una scuola sostenibile che educa a questa cultura: ecco che sono previsti dei contatori giganti che indicheranno il consumo quotidiano di luce, gas e acqua affinché i piccoli ospiti si rendano conto del suo costo energetico.
Sora è una città ad elevato rischio sismico e idrogeologico. È un luogo emblematico, una periferia della provincia di Frosinone dove un sindaco-architetto, Roberto De Donatis, ha accolto e favorito l’avvio di questo progetto simbolo per il Paese.
Il nuovo progetto prevede un unico edificio per una scuola primaria di 3 classi e una secondaria di 5, “8 aule integrate con una piccola palestra, al piano terra ci saranno laboratori aperti ai ragazzi dedicati per le attività di teatro, legate ai mestieri e alla musica – racconta Alvisi – il cuore del progetto è la corte a pianta quadrata di 14 metri di lato. La scuola si imposta su una pianta quadrata di 42 metri di lato. Dall’esterno si percepiranno in modo evidente i due piani, come due zattere, e la facciata trasparente darà l’idea di un laboratorio”.
La scuola sarà in legno “e lo restituiremo al territorio comprando e piantando 1500 nuovi alberi in un terreno di 5 ettari che il sindaco ha già messo a disposizione” racconta Alvisi. Costo di questa scuola modello? 1450 euro/mq.
La scuola ideale è sicura, sostenibile, flessibile, aperta tutto il giorno. “Questo progetto è una goccia – ha commentato Renzo Piano a margine della presentazione – può tracciare una via per altre realtà, non da replicare” copiando e incollando, ma “deve essere una scuola ispiratrice. Non basta scrivere e fare libri, bisogna costruire”. Si punta così su un prototipo per indicare una traiettoria innovativa per l’edilizia scolastica, per trovare una via d’uscita “al decreto del 1975 che non dà risposte alla nuova dimensione pedagogica e architettonica necessaria per scuole di oggi - commenta Alvisi -. A Sora saranno applicati criteri innovativi, sarà un modello che migliora” e magari anche che andrà in deroga alle norme attuali, aprendo un nuovo corso. Si parte dalla pratica per innovare le norme? “Esistono già d’altra parte – aggiunge l’architetto romano – norme di alcune Regioni a Statuto speciale che superano le regole nazionali con criteri di innovazione e sono state riprese già recentemente nell’ultimo concorso per una cinquantina di scuole promosso dal Miur”.
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