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Appuntamento al Siam di via Santa Marta 18 a Milano per l’iniziativa promossa da Fondazione Allianz Umana Mente con la collaborazione di Revet

Social e recycling al 100%, al fuorisalone le Stanze Sospese delle carceri del domani

di Redazione PPANthebrief | pubblicato: 03/04/2018
Una domanda sociale urgente, un committente che ha creduto in un progetto creativo, una squadra eterogenea che ha collaborato per passare dal progetto al mockup
Social e recycling al 100%, al fuorisalone le Stanze Sospese delle carceri del domani
Una domanda sociale urgente, un committente che ha creduto in un progetto creativo, una squadra eterogenea che ha collaborato per passare dal progetto al mockup

Secondo il report sulle condizioni di detenzione “Torna il carcere”, realizzato dall’associazione Antigone nel 2017, sono oltre 190 le carceri presenti nel nostro Paese e circa il 40% di queste è stato costruito tra il 1980 e il 1999. Un patrimonio edilizio che, sempre secondo il documento, risulta in scarso stato di manutenzione, “con situazioni igieniche non sempre adeguate e una generale carenza di spazi dedicati ad attività sociali, ricreative o lavorative”. 
 
Un parco immobiliare che necessita di un rinnovamento urgente, a cominciare dai suoi spazi interni. A partire da questa constatazione e con un progetto dello studio DFA Partners, con Daniele Fiori e Giovanna Giannattasio e con il supporto dell’architetto Susanna Conte, è nata l’iniziativa Stanze Sospese che diventerà realtà in occasione del prossimo fuorisalone di Milano. L’evento di presentazione si terrà il 16 aprile dalle 18 alle 20 al SIAM di via Santa Marta 18, l’installazione rimarrà poi visitabile per tutta la settimana, dal 17 al 22 aprile. 

L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Allianz UMANA MENTE nell’ambito del progetto Furnitureforall (mobili per tutti), si inserirà nell’ambito del circuito delle 5Vie Art+Design, nel centro storico della città. Sarà una mostra-installazione dove il visitatore potrà vedere come è strutturata oggi una cella del carcere di Opera (tra i più grandi in Italia, con circa 1400 detenuti) e come potrebbe essere invece grazie a nuovi arredi, belli e funzionali. In questo progetto troverà spazio anche una proposta di design customizzata per l’ICAM di Milano, l’Istituto a custodia attenuata per le detenute madri. 
 
“Abbiamo iniziato a interrogarci su come si vivesse all’interno del carcere di San Vittore – hanno spiegato i promotori – e come si potesse, attraverso il design, migliorare le condizioni di vita dei detenuti. Dopo aver quindi chiesto un brief per la progettazione di nuovi interni per le celle al carcere milanese di Opera, abbiamo deciso di iniziare a realizzare degli arredi, coinvolgendo anche gli studenti della Domus Academy e l’architetto Franco Raggi come tutor”. 

Una domanda sociale urgente, un committente che ha creduto in un progetto creativo, una squadra eterogenea che ha collaborato per passare dal progetto al mockup. Non solo, Stanze Sospese si potrà realizzare anche grazie al dialogo con un’azienda che si è messa in gioco affidando al pensiero e alle criticità dei designer il proprio materiale: il gruppo imprenditoriale in campo è Revet, un'azienda manifatturiera toscana che gestisce il riciclo delle plastiche miste derivanti da imballaggi post-consumo e da scarti industriali. A seguire, l’ingegnerizzazione dei materiali è stata curata da Idea Plast. “Gli scarti di tutti i giorni - continuano i progettisti - vengono lavati, fusi e trasformati in lastre o stecche lavorabili come il legno. Il risultato è un materiale che non necessità di manutenzione, duraturo, riciclabile, isolante termicamente e acusticamente, insensibile a funghi e insetti, resistente agli urti e che non rilascia sostanze nell’ambiente”.

Ecco che per la produzione degli oggetti, la Fondazione Allianz UMANA MENTE ha scelto di coinvolgere i ragazzi del Polo Formativo Legno Arredo Rosario Messina di Camnago (MB) e i lavoratori della Onlus Sacra Famiglia di Cesano Boscone (MI), per la realizzazione dei prototipi del fuorisalone. Una volta terminato l’evento, gli arredi verranno donati e installati a Opera e all’ICAM di Milano, che ospita otto mamme insieme ai figli fino ai 6 anni di età. L’obiettivo è quello di testare i nuovi spazi per riuscire a raggiungere nei prossimi anni, magari, una produzione seriale. 

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Tag: arte; città
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