Connessione con il territorio, recupero e attenzione al contesto d’intervento. Queste le parole chiave per descrivere il modus operandi e l’approccio al costruito dello studio di architettura Tommasi, realtà nata a Saccolongo (Pd) alla fine degli anni ‘70. Partendo dal forte legame con il territorio del Nord est , l’attività si è inizialmente concentrata nel settore residenziale e nella pianificazione territoriale, per poi arrivare al restauro di edifici storici e sottoposti a vincoli. Una filosofia che si è evoluta nel tempo anche grazie all’ingresso nello studio, quattro anni fa, di Tommaso Tommasi, figlio dell’architetto Gianni. Oggi le operazioni più significative in cui lo studio è impegnato spaziano dall’ambito direzionale al restauro, per arrivare al retail e all’organizzazione spaziale dell’arredo urbano. Gli interventi, di diversa entità e impatto sul tessuto, sono uniti fra loro da due fattori: ricerca materica e attenzione alla sostenibilità.
Connessione con il territorio. Occasione per mettere in pratica il proprio approccio, con un occhio di riguardo al restauro di elementi che rimandano all’identità della laguna veneta, è la riqualificazione dell’Ottagono Ca’ Roman. Siamo a Pellestrina, nell’isola artificiale di duemila mq e parte di un più ampio sistema difensivo realizzato dalla Serenissima intorno al 1500. Dopo anni di abbandono, l’area è stata inserita dall’Agenzia del Demanio nell’iniziativa “Valore Paese Fari” e preso in gestione per 50 anni da un imprenditore che ha deciso di realizzarvi un residence. Il progetto proposto dallo studio Tommasi, vincitore di un bando pubblico, coniuga l’unicità della location con l’intenzione di attirare visitatori e turisti. Dopo la sistemazione delle parti originarie, sarà realizzata una struttura removibile di circa 100 mq, all’interno della quale verranno ricavati sette alloggi che ospiteranno un massimo di 15 persone. Forte attenzione al comfort degli ospiti anche grazie all’utilizzo di materiali ecocompatibili, scelti anche per un’altra struttura amovibile in legno e vetro, adibita a bistrot e ristorante, realizzata con materiali riciclati.
Recupero. Passando dalla laguna veneta all’entroterra, per la precisione a Cervarese Santa Croce (Pd), troviamo un altro intervento dello studio per il restauro di una biblioteca. La struttura, una vecchia parrocchia, si presenta come risultato di un percorso architettonico lungo mille anni testimoniato da una serie di interventi ancora visibili. La prima fase di recupero, durata circa tre anni, si è focalizzata sulla rigenerazione dei caratteri formali e stilistici dell’involucro oltre che su alcune operazioni rese urgenti dalle condizioni del manufatto. La seconda fase, invece, ha previsto una serie di interventi strutturali volti al miglioramento sismico e con lo scopo di conferire all’aula principale la sua spazialità originaria. Dato il valore culturale dell’edificio, in fase di cantiere ogni elemento è stato numerato e conservato. Una volta scartati gli elementi eccessivamente danneggiati, si è passati al restauro e a riposizionamento dei quelli riutilizzabili. Passaggi, questi, che hanno richiesto lo studio di soluzioni condivise con la committenza e la Soprintendenza ai beni culturali.
Attenzione al contesto. Risalendo il corso del Brenta si trova un altro intervento di recupero e rifunzionalizzazione firmato dallo studio Tommasi, per la precisione al Palazzo delle Associazioni di Cittadella (Pd). Committente il Comune. L’edificio ha una pianta rettangolare, si distribuisce su tre piani ed è caratterizzato da una copertura a quattro falde. La posizione centrale, adiacente alla fabbrica del Duomo e alla torre del campanile, conferisce una particolare rilevanza per il tessuto urbano. Un’analisi dell’edificio, utilizzato per circa un secolo come scuola, prima di divenire sede delle associazioni cittadine, ha permesso di riscontrare come soltanto le murature d’ambito, la facciata principale e il tetto siano parte della costruzione originaria. Di conseguenza il nuovo assetto prevede la conservazione degli elementi verticali principali, anche se pesantemente rimaneggiati nel tempo, oltre all’eliminazione dei setti di divisione. La riorganizzazione degli ambienti interni permetterà l’ubicazione al piano terra delle funzioni di biglietteria, bookshop, sala conferenza, archivio e ufficio del personale. Il primo e secondo piano, invece, saranno interamente dedicati alle esposizioni museali. Il progetto, inoltre, prevede la valorizzazione degli spazi esterni al manufatto posto sul suo lato nord, ex casa del giudice di pace, anch’esso sarà restaurato e andrà ad ospitare ambienti e sale museali a supporto di quelle nell’ex Palazzo delle Associazioni.
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