"Il progetto è lo strumento che media tra chi decide, chi paga e chi ha l'idea" dice Attilio Navarra, presidente di Italiana Costruzioni, ricordando tra l'altro l'iniziativa promossa dal gruppo per la Villa Reale di Monza dove per conto di un committente pubblico, Infrastrutture Lombarde, è stato redatto un piano di recupero e valorizzazione, gestendo con Civita anche i servizi al pubblico. "Costruttori e developer devono innovare il loro mestiere - dice Navarra - e bisogna smettere ad esempio di pensare al project financing come uno strumento uguale ad una comune gara d'appalto". "Bisogna sensibilizzare il mondo politico, le istituzioni, chi si occupa di economia e management con temi emotivi, estetici e contemporanei. Questo approccio generalmente non è conosciuto da chi governa ma non c’è alternativa. Se il committente non c’è si deve formare - dice Antonello Fusetti, direttore della Scuola Politecnica di Design - bisogna creare il gusto, mostrare cose nuove, ciascuno nel ruolo e posto che occupa. La città deve aborrire il finto antico. Servono più architetti (quelli svegli), grafici e quanti abbiano una buona cultura progettuale in posti chiave per alimentare con l’intelligenza emotiva i contenuti del marketing e del management. Le città devono avere dei piani strategici". Fusetti ricorda che otto anni fa a Parigi il presidente Sarkozy ha avviato il progetto Grand Paris reputando l’architettura “strategica” per il futuro, "in Italia non c’è stata una presa di posizione di questo tipo" ha commentato l'economista che negli anni ha riscoperto una grande passione per il design.
In occasione dell'evento 500x100Talk è stato pubblicato un pamphlet edito da AntePrima e AAM Editions, in vendita su Amazon, con 50 interviste dedicate alla "Città come strumento di dialogo". Tra gli altri interlocutori è intervenuto il direttore creativo di Humans, Francesco Taddeucci dicendo che "chi progetta deve tenere in considerazione le emozioni e la comunicazione interpersonale". "Non è questione di grafica o design - spiega Taddeucci - anche gli autobus possono dire qualcosa: se sono grandi o snelli, se sono rossi come quelli di Londra, ogni scelta ha un valore simbolico. E lo stesso vale per le biciclette e il bike sharing. Questi temi sono centrali per la quotidianità del cittadino. Le informazioni si possono dare in tanti modi e noi tendenzialmente siamo incoerenti, comunichiamo in modo primitivo e indisciplinato".
Il giornalista dell'Espresso Enrico Arosio ha suggerito una riflessione sull'urbanistica. "L'urbanistica pianificata è defunta, come l’ho conosciuta negli anni 60-70 non ha più senso di esistere. Oggi il pensiero urbano - dice il giornalista - deve essere strategico, elaborato dalla politica per fare indirizzi di carattere generale. La città non può restare totalmente in balia delle forze economiche, senza controllo. La città del futuro deve impostare le sue basi su un equilibrio negoziato, tra forze vive dell’economia e la cultura del progettisti. La politica deve fare strategie, non l’architetto; il pubblico deve sorvegliare ed evitare che costruttori e finanza prendano il sopravvento".
Il pamphlet raccoglie 50 voci con continui rimandi tra addetti ai lavori e non, tra chi studia e comunica la città e chi concretamente si sporca le mani lavorando alle strategie e ai progetti. La comica Cinzia Leone ha sottolineato l'importanza di organizzare spazi dove sia garantita la libertà d'uso. "Con la creatività, con la fantasia e con la testa, senza mettere in conto necessariamente importanti investimenti di denaro - commenta l'attrice - si possono realizzare tanti spazi belli e utili nelle nostre città". "Le città non sono macchine" dice invece Gian Carlo Magnoli, architetto esperto di sostenibilità, e suggerisce un metodo che imita l'ecosistema della Natura per far coesistere sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Centro storico e periferia, città di superficie e sotto-superficie, nodi e reti, progetto e percorso, rapporto con la storia e rottura con il passato, visioni locali e globali, elementi materiali ed immateriali, cittadine e città metropolitane, città manifatturiera e di servizi, riuso e nuove costruzioni. Intorno a questi temi sindaci, imprenditori, professionisti, rappresentanti delle istituzioni articolano le loro riflessioni sulla città contemporanea, problematica, in crisi e senza regia ma allo stesso tempo ricca di idee, talenti, opportunità e stimoli. La città come terreno di invenzione, dove sono in molti ad invocare un “equilibrio” per ascoltare anche i bisogni individuali e non solo della generica collettività.
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