Quando si pensa allo spazio terrestre, la mente va inevitabilmente a tutto ciò che circonda il nostro pianeta. In realtà, le stesse tecnologie che permettono all’uomo di esplorare sistemi solari e galassie lontane sono impiegate già oggi per svolgere funzioni fondamentali per la vita di tutti i giorni. Dalle comunicazioni alle previsioni del tempo, dalla produzione di dati utili a gestire le situazioni post calamità al controllo del livello di erosione delle coste, fino ad arrivare al supporto per la gestione del patrimonio costruito. Ed è proprio su questo punto che si è concentrato il workshop organizzato dall’Agenzia del Demanio, ovvero l’impiego di tecnologie satellitari e digitali per valorizzare gli immobili di proprietà pubblica. Un approccio innovativo che vede il coinvolgimento diretto di importanti soggetti istituzionali a partire dall’Agenzia Spaziale Italiana e il Gruppo Leonardo. Obiettivo principale: il lancio di un programma d’investimenti volto ad efficientare la gestione e manutenzione del patrimonio dell’Agenzia.
Il quadro. In un momento in cui le previsioni ci dicono che nel 2020 il Pil subirà una contrazione mai così repentina e negativa negli ultimi 75 anni, quali sono le potenzialità economiche dell’operazione? «Stiamo parlando di 42.718 cespiti di proprietà demaniale, per un valore totale che supera i 61 miliardi di euro – ha ricordato il neo-direttore dell’Agenzia del Demanio Antonio Agostini – cifra che riguarda i soli immobili statali. Anche per questo è necessario avviare un confronto pragmatico ed evoluto tra le principali istituzioni e la comunità scientifica ed industriale per implementare servizi e modelli gestionali innovativi finalizzati alla valorizzazione del patrimonio pubblico. Noi possiamo fungere da collettore di idee, contributi e progetti di sviluppo per intercettare le risorse disponibili anche alla luce delle possibilità offerte dal programma Smarter Italy e dalla Space Economy. Inoltre – ha sottolineato Agostini – dobbiamo fare sistema con i privati, vedi l’iniziativa di Google e TIM che hanno lanciato il progetto “Italia in digitale”, programma da 900 milioni di dollari in cinque anni dedicato alle piccole e medie imprese».
Il piano. Da parte sua, l’Agenzia ha ribattezzato il processo di digitalizzazione del proprio patrimonio “Demanio Digitale”, coerentemente con le sfide che il Governo si è posto nel “Piano di azione 2025” che vede alcune azioni chiave volte a trasformare il Paese. Non solo identità digitale e open innovatione della Pubblica Amministrazione, ma anche procurement per l’innovazione e intelligenza artificiale al servizio dello Stato per la gestione dei beni demaniali. Il progetto consentirà di massimizzare la conoscenza degli asset e, tramite la creazione di digital twin degli edifici, proporre soluzioni di adeguamento sismico, efficientamento energetico e ambientale. Tutto questo attraverso la sistematizzazione di un programma di “Smart e Green Buildings” destinato a promuovere la riqualificazione sostenibile degli immobili. Inoltre, una gestione puntuale del patrimonio si traduce nella possibilità di avviare operazioni di rigenerazione urbana in grado di attivare effetti virtuosi sul conteso. L’idea è quella di avviare una sorta di “PON Bellezza”, ovvero un progetto di recupero e valorizzazione dei beni culturali e ambientali del Paese che sia in grado di generare nuovi flussi di turismo diffusi su tutto il territorio.
I commenti. «La manutenzione dei cespiti di proprietà demaniale passa necessariamente dalla digitalizzazione e dal Building Information Modeling – ha evidenziato Massimo Gambardella, Direttore Centrale Servizi al Patrimonio di Agenzia del Demanio – con l’obiettivo di passare da una conoscenza cartacea dell’immobile alla modellazione dello stesso. Il punto di caduta è rappresentato da una consapevolezza aggiornata sullo stato di salute dell’edificio, condizione obbligata per la sua gestione ottimale». Scopo di questo piano innovativo per l’implementazione delle tecnologie satellitari, infatti, non è «la svendita di asset pubblici per fare cassa – ha spiegato Antonio Misiani, vice Ministro dell’Economia e delle Finanze – e non sarà quindi così che recupereremo un equilibrio nei conti. Stiamo parlando di più di 2 milioni di beni, due terzi dei quali sono in capo alle amministrazioni locali, per un valore totale che va ben oltre i 200 miliardi di euro».
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