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Alla Biennale di Venezia, una mostra che racconta le sfide progettuali dell’architettura verticale

Il paesaggio urbano di Hong Kong con un centinaio di nuovi grattacieli

di Milena Rettondini | pubblicato: 29/05/2018
"Hong Kong è unica per la compattezza della sua architettura verticale e della sua forma urbana ad alta densità. Abbiamo invitato progettisti locali e stranieri a ridefinire il design della torre andando al di là degli schemi"
Weijen Wang
Il paesaggio urbano di Hong Kong con un centinaio di nuovi grattacieli
"Hong Kong è unica per la compattezza della sua architettura verticale e della sua forma urbana ad alta densità. Abbiamo invitato progettisti locali e stranieri a ridefinire il design della torre andando al di là degli schemi"
Weijen Wang

Centoundici torri disegnate da 94 progettisti. L'esposizione di Hong Kong alla 16. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia è dedicata al grattacielo. “Tessuto verticale: densità del paesaggio” è il titolo della mostra inaugurata il 26 maggio nel Campo della Tana, di fronte all’ingresso dell'Arsenale, e curata dal professor Weijen Wang, insieme a Thomas Chung, Thomas Tsang, e Grace Cheng. “L’esposizione - hanno spiegato i curatori - illustrerà al pubblico l'estetica della densità, l'unicità e la compattezza della forma urbana di Hong Kong”.

In linea con il tema "Freespace" proposto dalle curatrici Yvonne Farrell e Shelley McNamara, lo spazio libero preso in considerazione in questo caso è quello verticale, nel quale di sviluppano le altissime strutture dell’ex colonia britannica. Una regione che conta circa 8mila grattacieli, di cui oltre 1200 con un’altezza superiore ai 100 metri, tra cui si trova anche l'International Commerce Centre, completato nel 2010, che con i suoi 118 piani e 484 metri di altezza è l'edificio più alto della città e il nono al mondo. “Guardando dall'alto del Victoria Peak verso la zona Central di Hong Kong - continuano i curatori - si potrebbe scoprire che il tessuto della città è composto da un'ondata di grattacieli che spuntano dal terreno in pendenza e scendono fino al mare, estendendosi lungo la riva come una cintura dalla trama fitta”.

Cina, Taiwan Tailandia, Brasile, Olanda, Giappone, Stati Uniti, Spagna e Svizzera: sono solo alcuni dei Paesi da cui provengono gli architetti invitati a progettare le loro “torri di spazio libero”, con l’obiettivo di creare nuove tipologie sperimentali di grattacieli.

"Hong Kong – ha chiarito il curatore Weijen Wang - è unica per la compattezza della sua architettura verticale e della sua forma urbana ad alta densità. Abbiamo invitato progettisti locali e stranieri a ridefinire il design della torre andando al di là degli schemi. L'esposizione - ha continuato - rappresenta quindi una piattaforma per il dialogo con il mondo, costruendo un racconto sull'urbanizzazione e sull'architettura di Hong Kong. L’obiettivo è quello di dare voce ai bisogni di occupazione dello spazio libero verticale, in un momento in cui la città sta affrontando sfide nel campo della tecnologia, dell’ambiente, della società e della cultura".

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Tag: arte; città
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