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Toti Semerano: "La bruttezza delle periferie dipende anche dalla pigrizia: si può fare qualità senza spendere cifre impossibili"

Da Padova a Lecce, un laboratorio che promuove cultura nella periferia dell’impero

di Paola Pierotti | pubblicato: 05/06/2014
"Nel comune di Roncade ho costruito un ristorante come addizione di una preesistenza. Ha avuto un interessante ritorno da parte del pubblico, e grazie al quel progetto la Pa ha deciso in seguito di dare le concessioni sulla base di un punteggio legato alla qualità"
Toti Semerano
Da Padova a Lecce, un laboratorio che promuove cultura nella periferia dell’impero
"Nel comune di Roncade ho costruito un ristorante come addizione di una preesistenza. Ha avuto un interessante ritorno da parte del pubblico, e grazie al quel progetto la Pa ha deciso in seguito di dare le concessioni sulla base di un punteggio legato alla qualità"
Toti Semerano

“Quando sento parlare male delle periferie mi chiedo se sia inevitabile costruire come si è fatto negli ultimi 30 anni o se si tratti di pigrizia. Ho investito gran parte della mia attività nel fare architetture di qualità in periferia, senza far spendere cifre impossibili”. Toti Semerano architetto con due uffici, uno a Lecce e uno a Padova e una ventina di collaboratori, ha lavorato al fianco di Pa e privati cercando di dimostrare che è possibile affrontare il tema-periferie partendo dai desideri delle persone, “rovesciando i paradigmi. Per fare un esempio – spiega l’architetto – i cittadini devono tornare a godere degli spazi comuni piuttosto che chiudersi frettolosamente nelle proprie abitazioni e lo si può fare cercando di studiare spazi esterni non banali. Serve un lavoro massacrante e non bastano le dichiarazioni”. Bisogna mettere in discussione i luoghi comuni: “quando progetto un nuovo quartiere – dice Semerano – inizio ipotizzando di togliere le auto, immaginando di lavorare in un tessuto veneziano. La stessa città lagunare e i borghi storici ci insegnano che un luogo è accogliente quando ogni punto è diverso da un altro, quando le abitazioni sono differenziate le une dalle altre”.

Nel trevigiano, nel comune di Olmi di San Biagio di Callalta, un gruppo di imprenditori locali ha coinvolto Semerano per avviare la costruzione di un quartiere innovativo “fondato sul concetto di restituzione – spiega Semerano –. Gli imprenditori volevano fare qualcosa di nuovo per lasciare qualcosa a chi verrà dopo di noi”. E’ nata così l’operazione Contrà Leopardi che oggi ospita una quarantina di famiglie giovani ed è stata realizzata con 1300 euro/mq.

“Anche nel comune di Roncade, sempre nel trevigiano, sulla Strada del Mare ho costruito un ristorante come addizione di una preesistenza – continua Semerano - che ha avuto un interessante ritorno da parte del pubblico, e grazie al quel progetto la Pa ha deciso in seguito di dare le concessioni sulla base di un punteggio legato alla qualità”.

Oggi Semerano sta lavorando anche a Milano per un nuovo quartiere, e a Bibione per la costruzione di una casa di riposo per portatori di handicap “concepita come un albergo di ultima tendenza”.

Per l’architetto “ogni progetto è un’occasione unica, non si può mai replicare nulla. Dalla periferia dell’impero cerchiamo di fare cultura: siamo disponibili solo per progetti di qualità. Lavoriamo come in una bottega rinascimentale puntando sulla centralità del progetto”. Semerano ha lavorato principalmente in Italia e da poco si è affacciato sul mercato del Qatar.

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Tag: cultura
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