Ci sono tre progetti italiani in lizza per il decennale del Premio Ugo Rivolta che sarà assegnato il 25 novembre a Milano. Si tratta della residenza universitaria per studenti in via Isonzo a Milano progettata da Costa Zanibelli Associati, dell’edificio per abitazioni in via Zoia sempre a Milano dello studio di Vincenzo Gaglio e ancora del Parcoverde Housing Complex costruito a Faenza su progetto di Lbla+Partners. Questi tre progetti di housing sociale sono in gara con due progetti austriaci, uno belga, uno danese, sei progetti spagnoli e uno svizzero.
Dalle case di C.F. Møller Architects alle residenze per studenti di Durisch + Nolli Architetti, anche l’architettura italiana si è fatta strada nell’ambito di un premio che monitora gli ultimi vent’anni del social housing in Europa.
Nelle quattro edizioni precedenti (vinte rispettivamente da Guillermo Vàsquez Consuegra – Spagna, 2007, Kis Péter Épìtészmuterme – Ungheria, 2009, Zanderroth Architekten – Germania, 2011 e Atelier Kempe Thill – Olanda, 2013 immagine in evidenza) hanno partecipato complessivamente 183 opere segnalate da 16 Paesi: ecco che il premio promosso dall’Ordine degli Architetti di Milano si sta distinguendo e sta diventando un prezioso database di best practice internazionali.
In giuria per l’edizione del 2015 ci sono Carmen Espegel, Paola Delmonte, Massimiliano Monetti, Orsina Simona Pierini e un componente dell’Atelier Kempe Thill vincitore dell’ultima edizione. “Il decennale è un traguardo importante – è il commento di Valeria Bottelli, presidente dell’Ordine – che testimonia il valore dei contenuti di un’iniziativa concorsuale che promuove un tema importante e alimenta l’interesse nei confronti della residenza di iniziativa pubblica: edilizia sociale, qualità dell’architettura e qualità della vita possono convivere egregiamente”.
“Il Premio Rivolta ha permesso di conoscere e far convivere dimensioni professionali locali molto interessanti, non sempre note a livello internazionale. La dimensione concreta del lavoro progettuale sull’abitare inoltre, che sfugge i tratti esibizionistici dell’architettura rappresentativa, offre – secondo Orsina Simona Pierini - una riflessione ampia, che spazia dall’idea di città che il progetto interpreta o assume, fino alla ricerca sulla distribuzione tipologico-spaziale alla scala dell’alloggio. In quest’ottica il premio si è dimostrato negli anni un valido contributo al dibattito internazionale sull’architettura residenziale”. Secondo Guillermo Vàsquez Consuegra, vincitore della prima edizione, se “nel panorama architettonico attuale l’attenzione mediatica è rivolta per lo più agli edifici singolari attraverso immagini sempre più spettacolari, bisogna sottolineare l’impegno dell’Ordine degli Architetti di Milano nell’aver costruito un Premio europeo per l’architettura sociale, la sostanza intensa della città”.
“Pensare e realizzare il Social Housing significa allontanarsi dall’industria dell’intrattenimento - afferma Péter Kis, vincitore nel 2009. Questi edifici sono quasi nascosti e discreti, e accompagnano la quotidianità, migliorandola, di chi li vive con piccoli e grandi dettagli, magari non evidenti né tantomeno sontuosi”. Concorda con questa visione Oliver Thill, dell’Atelier Kempe Thill che si è aggiudicato l’ultima edizione. “La corsa alle città e l'aumento esponenziale della popolazione urbana pone nuovi programmi ai temi della residenza. Il Premio Rivolta individua con precisione alcune delle migliori possibili proposte”.
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