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Tutte le opere (nuove o da rigenerare) per le Olimpiadi Roma 2024 adotteranno il sistema americano

The Economic Benefits of Green Energy. Bilancio sul sistema Leed spiegato dal USGBC

di Paola Pierotti | pubblicato: 18/07/2016
"Abbiamo condiviso i risultati dell'edilizia certificata Leed con i regolatori con lo scopo di trasferire queste informazioni nei codici edilizi. Ecco che nel tempo alcune performance che caratterizzavano l’edilizia ecologica sono diventate la normalità"
Brendan Owens
The Economic Benefits of Green Energy. Bilancio sul sistema Leed spiegato dal USGBC
"Abbiamo condiviso i risultati dell'edilizia certificata Leed con i regolatori con lo scopo di trasferire queste informazioni nei codici edilizi. Ecco che nel tempo alcune performance che caratterizzavano l’edilizia ecologica sono diventate la normalità"
Brendan Owens

The Economic Benefits of Green Energy, roadshow da Roma a Milano. Nei giorni scorsi Brendan Owens, responsabile per lo sviluppo e l’integrazione dei sistemi di rating del US Green Building Council ha tenuto alcuni incontri destinati agli addetti ai lavori in giro per l'Italia. Prima tappa a Roma all’ambasciata americana, un’altra a Milano nella sede di Assimprendil. Ambasciata e consolato Usa si sono fatti promotori di questi incontri e nella tappa romana presieduta da Edoardo Zanchini vice Presidente di Legambiente, i professionisti che stanno coordinando la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024 hanno annunciato che “per tutte le opere previste, nuove o da recuperare, sarà adottato il protocollo Leed”. Certificazione green annunciata quindi per il 20% delle nuove opere previste dal programma e per le restanti da ripristinare o riqualificare.

Ecco che il Leed si fa strada in Italia, non solo quando si tratta di nuovi edifici direzionali come è l’Headquarter Bnl in fase di ultimazione a Roma o la riqualificazione della sede Ca’ Foscari a Venezia, per citare due casi particolarmente significativi. L’incontro con Brendan Owens è stato promosso per stimolare un dibattito sulle politiche di sviluppo sostenibile nel nostro Paese, ricordando i risultati ottenuti in Usa, il rapporto con l’Europa, le ricadute sui nuovi posti di lavoro e sulla crescita economica del paese. Un approccio per il pubblico e per il privato, per progetti di piccola scala e per quelli di rigenerazione di pezzi di città.

Il GBC in Italia ha acceso un faro sul tema ricordando che “non è solo una questione energetica, ma un processo che guarda con attenzione all’intero ciclo di vita degli edifici”.

Il Leed è un sistema di rating di sostenibilità applicato al mondo del costruito e l’USGBC, dall’America, ha di fatto promosso un movimento globale, portando una rivoluzione green nel mercato dell’edilizia di tutto il mondo. “Siamo partiti con alcune direttive concrete, a partire dagli anni ’70 – racconta Brendan Owens – abbiamo iniziato a sigillare gli edifici per ridurre i consumi e filtrare gli elementi inquinanti. Con queste prime misure drastiche ci siamo poi resi conto che stavamo complicando la vita delle persone ed ecco che, evolvendo e migiorandoci, intorno agli anni 2000 abbiamo iniziato a lavorare sul tema delle performance con un approccio integrato e globale che riguarda progetto e gestione”.

Via via il Leed si è diffuso in decine di paesi arrivando oggi a coprire 160 Paesi nel mondo, con adattamenti customizzati sulle singole realtà. Oggi il GBC ha una sede in una settantina di Paesi “e un’altra ventina di di consigli sta cercando di lavorare per insediare il GBC in altri posti del mondo - ha dichiarato Owens -. Siamo partiti dal Nord America arrivando in Cina, India e Brasile. Ci siamo scontrati con normative locali e con team specializzati abbiamo introdotto alcune concessioni, adattando il sistema ai singoli contesti”. Con input locali è stato costruito un sistema di rating globale.

GBC oggi certifica asset immobiliari a un ritmo di oltre 170mila mq al giorno. “Una massa critica importante – spiega Owens – che ci ha portato a misurare l’impatto economico del Leed sull’industria del real estate americana”. I numeri sono interessanti: il settore green building sta superando la crescita complessiva del settore costruttivo negli Stati Uniti e rappresenta più di 2,3 milioni di posti di lavoro americani nel 2015. Entro il 2018, in USA il settore green building rappresenterà più di 3,3 milioni di posti di lavoro, più di un terzo dell’intero settore costruttivo degli Stati Uniti garantendo un giro di affari di oltre 190 miliardi di dollari. Ancora, il contributo diretto del settore al PIL USA nel periodo 2015-2018 è stimato in oltre 330 miliardi di dollari. L’industria dei green building contribuisce per oltre 134 miliardi ai salari dei lavoratori americani. Il tasso di crescita dell’industria green building sta rapidamente superando quello delle costruzioni convenzionale e continuerà a salire e i ricavi totali associati ai progetti LEED sono stimati al 2018 in 8.4 miliardi di dollari.

Gli investimenti nel mercato residenziale nell’edilizia sostenibile americana è previsto che cresceranno dai 55 miliardi del 2015 a oltre i 100 milioni nel 2018, con una crescita di quasi il 25% all’anno. La crescita degli investimenti green building, nel comparto dell’edilizia commerciale da 95 a circa 120 milioni di euro, con una crescita annua di quasi il 10%.

Numeri che sono frutto di storie di successo dell’edilizia ecologica, dati “che abbiamo condiviso con i regolatori – spiega il responsabile per lo sviluppo e l’integrazione dei sistemi di rating del US Green Building Council – con lo scopo di trasferire queste informazioni nei codici edilizi. Ecco che nel tempo alcune performance che caratterizzavano l’edilizia ecologica sono diventate la normalità”.

Negli Stati Uniti la strada è stata aperta dalla differenza competitiva, “il Leed è diventato un brand globale apprezzato a scala internazionali, è sinonimo di qualità” spiega Brendan Owens. Si è fatto leva sull’impatto sociale, sulle ricadute ambientali e sulla salute. Il futuro? “Non ci siamo focalizzati ancora sufficientemente su come gli edifici si inseriscono nel territorio, sulla smart grid, sul rapporto con i sistemi energetici che agiscono nei quartieri, sulle capacità degli edifici di essere degli storage di energia. Il futuro – ha ribadito Owens – si giocherà sulla capacità di apprezzare i co-benefici in un rapporto virtuoso tra domanda e offerta e nella partnership tra pubblico e privato”.

 

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Tag: città; industria; masterplanning
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