GBC Historic Building è una certificazione volontaria per gli interventi di manutenzione, riqualificazione, recupero e integrazione di immobili di pregio con diverse destinazioni d’uso, pensata per far dialogare i criteri dello standard LEED®, in uso in più di 150 paesi, con le conoscenze proprie del mondo del restauro, nel quale l’Italia ricopre ruoli di eccellenza.
Questo protocollo, presentato a Venezia in occasione del workshop internazionale organizzato il 22 e il 23 maggio da UNESCO in collaborazione con GBC Italia, è stato sviluppato per i beni architettonici esistenti con l’obiettivo di colmare il divario tra efficienza energetica, sostenibilità ambientale e conservazione dell’eredità culturale e artistica, in particolare per gli edifici storici inseriti nei siti designati come patrimonio dell’umanità.
“Siamo particolarmente orgogliosi - ha dichiarato Marco Mari, vicepresidente di GBC Italia, l’associazione nazionale senza scopo di lucro cui aderiscono le imprese e le organizzazioni professionali del segmento dell’edilizia sostenibile - di aver formalmente avviato il processo di internazionalizzazione del protocollo GBC Historic Building con il coinvolgimento diretto e la presenza di importanti partner come U.S. Green Building Council (USGBC) e World GBC, rete globale di Green Building Council presente in 70 paesi, che rappresentano le più grandi e attive community internazionali del nostro settore”.
“Mi congratulo per l’impegno della community italiana nello sviluppare il primo protocollo energetico ambientale nazionale, che integra patrimonio, efficienza energetica e sostenibilità rivolgendosi direttamente alla conservazione degli edifici storici - ha dichiarato Mahesh Ramanujan, presidente e ceo di U.S. Green Building Council (USGBC) nel video trasmesso in occasione dell’appuntamento di Venezia - e non vedo l'ora di integrare assieme a GBC Italia queste buone pratiche nell’ambito del sistema internazionale LEED”.
Il protocollo GBC Historic Building si applica agli immobili che costituiscono “testimonianza materiale avente valore di civiltà” e sono stati costruiti prima del 1945 per una porzione di almeno il 50% degli elementi tecnici esistenti. Inoltre il nuovo protocollo trova applicazione nel caso di restauro, riqualificazione o recupero, anche di parziale integrazione, purché nell’ambito di ristrutturazioni importanti, che coinvolgano componenti rilevanti degli impianti di climatizzazione e il rinnovo o la riorganizzazione funzionale degli spazi interni, valutando possibili soluzioni di miglioramento prestazionale dell’involucro edilizio, compatibilmente con la salvaguardia dei caratteri tipologici e costruttivi dell’edificio esistente.
“Gli accordi di Parigi, e anche le direttive europee, impongono che al 2050 tutte le nostre costruzioni siano a emissioni pari a zero, ma poiché dobbiamo anche rispettare l’eredità culturale e artistica, GBC Italia giocherà un ruolo determinante nei prossimi anni - ha aggiunto James Drinkwater, direttore della rete europea del World GBC -. Una riqualificazione sostenibile del patrimonio architettonico non ha eguali nel mondo: l'Italia è in assoluto un punto di riferimento e sarà decisiva per assicurare che questa sfida sia compatibile con i bisogni della società. Il lavoro di GBC Italia sugli immobili storici, con lo sviluppo di GBC Historic Building, rappresenta un punto di riferimento per la ricerca, uno strumento fondamentale, poiché ogni altro paese in Europa inizia ad affrontare questo spinoso problema, ponendosi domande stringenti su come poter decarbonizzare gli edifici esistenti, e in particolare quelli di valore storico.”
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