Il Varignano, storico quartiere operaio di Viareggio, ha una nuova chiesa. La struttura, completata in circa 18 mesi di lavori, è stata disegnata dallo studio veneziano TAMassociati cui è stata affidata la progettazione tramite concorso. Con la dedicazione, avvenuta lo scorso sabato 8 giugno alla presenza dell’arcivescovo Paolo Giulietti, si conclude così il percorso iniziato nel 2014 che, anche grazie alla volontà del parroco Don Marcello Brunini, ha visto la partecipazione attiva degli abitanti del quartiere. Il nuovo complesso è stato realizzato in corrispondenza del terreno che ospitava la vecchia chiesa, costruita nel 1985 ma gravata di difetti strutturali e problemi di infiltrazione. Dopo la demolizione del fabbricato, nel 2017 sono partiti i lavori finanziati dalla Diocesi di Lucca ed eseguiti dalla Polistrade Costruzioni Generali con la Rubner Holzbau. Coinvolti da TAMassociati il liturgista Alessandro Toniolo, l'artista Marcello Chiarenza e la landscape designer Simona Ventura.
Il progetto. A caratterizzare l’impianto architettonico è stato il volume preesistente, con la pianta che ricalca in buona parte quella dell’edificio abbattuto. Attenzione alla sostenibilità con la presenza di pannelli fotovoltaici posti sulla copertura e la coibentazione degli ambienti interni al fine di eliminare i ponti termici e ridurre così i consumi per il riscaldamento e il raffreddamento degli spazi. Non mancano soluzioni tecnologicamente all’avanguardia con la presenza di pannelli prefabbricati in X-Lam, utili non solo per le alte prestazioni sotto un profilo termico, ma anche per l’elevata capacità di resistenza sismica. A invitare i fedeli all’interno della parrocchia è l’area verde antistante l’ingresso, elemento aperto che funge anche da trait d’union con il quartiere.
Il percorso partecipativo. Elemento peculiare del processo che ha portato alla costruzione della nuova chiesa è stata la co-progettazione con gli abitanti del Varignano. «Abbiamo dovuto affrontare il travaglio della demolizione di una struttura che era un centro importante del quartiere» sottolinea Marco Bettini (Studio Pucci Associati), responsabile di tutto il procedimento. «Vedere il dispiacere della comunità ci ha fatto capire la necessità di avviare un dialogo, di coinvolgere quelle persone che avevano dei ricordi legati alla struttura abbattuta. Nel 2014 la CEI avviò tre progetti pilota in tutta Italia, uno dei quali era il nostro. Una volta ristretto il gruppo iniziale di 40 studi di architettura, abbiamo chiesto loro di seguire delle linee guida indicate dai residenti durante incontri organizzati ad hoc nei quali hanno potuto esprimere bisogni e aspettative. In questo modo abbiamo ricevuto proposte attente al contesto edilizio e sociale. Fra queste, la commissione parrocchiale e la giuria del concorso hanno scelto la stessa, quella di TAMassociati. È stato bello vedere come fra le principali richieste – racconta Bettini – ci siano state quella di recuperare elementi della vecchia chiesa, come una sorta di cava da cui pescare materiali da riutilizzare nella nuova struttura, ma non solo. A ricoprire un ruolo di primo piano anche il contenimento dei costi di costruzione e manutenzione, richieste legate al contesto se si pensa ad una realtà, come quella del Varignano, che non si può permettere grandi spese».
I punti di forza. A confrontarsi con i cittadini non sono stati “solo” i progettisti. «Le tappe di avvicinamento alla fase esecutiva – evidenzia Bettini – sono state caratterizzate da un processo partecipato di selezione dell’impresa cui affidare i lavori. Dalle 16 iniziali siamo arrivati a tre imprese cui abbiamo detto di “difendere” le proprie proposte davanti alla comunità. Tutto questo ha avuto uno strascico positivo in fase di cantiere, con tutti gli attori responsabilizzati e pienamente partecipi del progetto. Anche per questo abbiamo rispettato le tempistiche, il quadro tecnico economico e abbiamo pagato tutte le ditte che hanno preso parte all’operazione. Lo stesso Presidente dell’Ordine degli Architetti di Lucca si è complimentato per la trasparenza del metodo che abbiamo utilizzato. Inoltre, la CEI ci ha chiesto di organizzare il 17 e il 18 giugno un convegno nazionale per i delegati dell’edilizia di culto in modo da poter spiegare il processo che abbiamo seguito».
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