«L’uso sapiente degli elementi costruttivi prefabbricati in legno, riassemblabili, low cost e a basso impatto ambientale, insieme all’ottimizzazione degli spazi condivisi mostrano un incredibile potenziale nello sviluppo di nuove soluzioni abitative per il social housing». Questo il giudizio della giuria del Premio Europeo dedicato allo Social Housing, Baffa-Rivolta, indetto ogni due anni dall’Ordine degli Architetti di Milano. Si tratta di un’architettura danese costruita nell’hinterland della città di Aarhus, Housing on Lisbjerg Bakke (Aarhus), firmata dallo studio Vandkunsten Architekten.
Progettato con un nuovo sistema di costruzione ibrido (sistema Wood Stock), il complesso si compone di 40 unità abitative con 27 tipologie residenziali differenti (dai 50 ai 115mq), interpretazione dello studio Vandkunsten dell’uso del legno nell’architettura contemporanea: il legno lamellare è stato utilizzato per i montanti, per le travi, per la copertura e per gli elementi di facciata, in abbinamento a una struttura in calcestruzzo e acciaio. Intervento di 4.100 mq su un’area di 4.000. Costo dell’operazione: 6 milioni di euro e costo al mq 1.463 euro.
Realizzato nel sobborgo collinare di Lisbjerg, a soli 10 km da Aarhus, è stato concepito come un piccolo villaggio composto da due gruppi abitativi densi, ciascuno con la propria piazza e tra loro collegati. Grande attenzione è stata data alla promozione del vivere condiviso: i cluster sono dotati di ampi spazi di accesso e aree pubbliche e semipubbliche come sale comuni per incontri sociali o eventi privati, lavanderie e depositi in condivisione.
«L’architettura del Lisbjerg Bakke è definita dall’uso dei materiali e dai benefici offerti dalla prefabbricazione. Il sistema di travi, pali e gli elementi del ballatoio offrono grande flessibilità planimetrica, consentendo la riprogettazione degli spazi, in modo da poterli riadattare in futuro alle mutevoli esigenze dei residenti. Del progetto – spiegano dall’Ordine degli Architetti di Milano – la giuria ha apprezzato il concetto di costruzione degli edifici e il pensiero in una prospettiva di lungo termine, l'impatto ecologico legato anche all'economia circolare, la qualità degli spazi comuni e degli spazi semiprivati tra i volumi, la flessibilità delle planimetrie, l'ottimizzazione degli spazi e i costi bassi».
Alla settima edizione del Premio, punto di riferimento del dibattito sul social housing a livello internazionale, hanno partecipato 19 progetti (Austria, Danimarca, Francia, Italia, Spagna, Svizzera), 9 dei quali sono passati alla seconda e ultima fase.
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