Al via dal 26 giugno W.A.Ve., il workshop estivo dell’Università Iuav di Venezia giunto alla sua 16esima edizione. Quest'anno l’evento sarà dedicato al tema della ricostruzione della Siria. Dopo il focus sulla riqualificazione di Porto Marghera, più volte al centro delle precedenti manifestazioni, ora l’ateneo cambia rotta e guarda al Medio Oriente e alla situazione siriana. Fino al 14 luglio più di un migliaio di studenti lavorerà a stretto contatto con 96 professionisti internazionali su circa 20 casi, edifici e luoghi distrutti o gravemente danneggiati durante gli ultimi conflitti nel Paese. Dal mercato di Aleppo, al sito archeologico di Palmyra, dal centro di Raqqa fino alle periferie di Jaramana. Scopo finale? La costituzione del SyriaHub Iuav, un think tank che intende fornire "una piattaforma apartitica, aperta e collaborativa per la ricerca, la progettazione, la condivisione delle conoscenze e lo sviluppo di capacità relative alla futura ricostruzione della Siria". In campo per l'iniziativa anche la Facoltà di Economia della Bocconi di Milano, quella di Archeologia della Sapienza di Roma e Giurisprudenza dell’ateneo di Bologna.
Tra i temi chiave del workshop, promosso da UN ESCWA, UNESCO e Aga Khan Award for Architecture e sponsorizzato da I-Barbon, c'è l’urbicidio, ovvero la distruzione e cancellazione intenzionale di una città e della sua memora collettiva. "Uno degli argomenti di stringente attualità nel campo dell’impegno civile e in quello operativo dell’architettura è come affrontare le conseguenze di questo fenomeno - spiega il direttore scientifico del workshop Benno Albrecht -. W.A.Ve. si concentra sul caso Siria per delineare nuove strategie di ricostruzione delle città offese dalla follia degli uomini".
Venezia e il suo ateneo per tre settimane si presentano come un luogo di discussione e confronto per elaborare idee a supporto della rinascita del territorio siriano, una volta terminato il conflitto. “L’intento – chiarisce Alberto Ferlenga, rettore e curatore del progetto - è creare un network importante di architetti, esperti locali e globali pronti ad avviare una riflessione sugli strumenti e sui metodi necessari a stabilire una pratica progettuale della ricostruzione di un luogo devastato dalla guerra. Un’opportunità - prosegue il rettore - per riaffermare l’appartenenza della Siria al patrimonio culturale dell’umanità e la responsabilità cosmopolita della sua ricostruzione. W.A.Ve. 2017 riconferma quindi l’attenzione di Venezia, del tessuto produttivo italiano e dell’Università Iuav verso gli eventi critici del mondo e il loro coinvolgimento sui temi della ricostruzione, conservazione e trasformazione urbana”.
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